Parte ufficialmente a Forlì-Cesena la raccolta firme per promuovere la legge che vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica e Filiera Italia. Dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, il cibo in provetta potrebbe presto inondare il mercato europeo – denuncia Coldiretti Forlì-Cesena – poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.
“La carne in provetta, cancella l’identità di una intera nazione e del nostro territorio – afferma il presidente di Coldiretti Forlì-Cesena Massimiliano Bernabini -. È importante sostenere e difendere il cibo naturale, salutare e sostenibile contro i surrogati biotecnologici spacciati per alimentati che aiutano l’ambiente”. Ben 7 italiani su 10 la pensano già così infatti, secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè, il 68% degli italiani non si fida del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta.
“Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio gli italiani – spiega l’analisi Coldiretti/Ixe’ – mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%), mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicuro per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%)”.
“Una pericolosa deriva degli alimenti creati in laboratorio – sottolinea Coldiretti Forlì-Cesena – a favore di interessi commerciali e speculativi che esaltano, a sproposito, il mito della maggior sostenibilità rispetto alle tradizionali attività dell’agricoltura”.
“Per quanto riguarda la carne da laboratorio – spiega Bernabini – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato”.
“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – continua Bernabini -. Si sta cercando di imporre sul mercato un nuovo modo di mangiare che presto potrebbe avere il lascia passare europeo con le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio di produzioni create in laboratorio”.
“È necessario – termina il presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – sensibilizzare le famiglie e i consumatori dei rischi del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Le tipicità tradizionali e i prodotti della nostra agricoltura rischiano di essere condannati all’estinzione e scomparire per sempre insieme al paesaggio rurale che siamo abituati a vedere e agli agricoltori che ne sono i custodi”.
Per difendere il cibo naturale e fermare l’avanzata del cibo sintetico è possibile firmare tutti i giorni negli uffici di Coldiretti e nei mercati di Campagna Amica.