Sabato 3 dicembre 2022, alle ore 16,00, nella sede del Vescovado, in piazza Dante Alighieri 1 a Forlì, verrà inaugurata la mostra fotografica “Le cento chiese di Forlì” curata da Gianfranco Argnani, Mauro Mariani e Gabriele Zelli. Interverranno all’evento Livio Corazza vescovo di Forlì-Bertinoro, Gian Luca Zattini sindaco di Forlì, Serena Savoia presidente dell’Associazione “Amici della Pieve” di Pievequinta.
L’esposizione, già vista a Palazzo Morattini da diverse centinaia di persone nelle domeniche di ottobre e novembre, sarà visitabile fino a venerdì 20 gennaio nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,00; lunedì, mercoledì e venerdì apertura anche pomeridiana dalle ore 15,00 alle ore 17,00. La mostra resterà chiusa nelle giornata di giovedì 8 dicembre, lunedì 26 dicembre e venerdì 6 gennaio. Ingresso libero.
La mostra è accompagnata da un catalogo che nella prefazione, dal titolo “Le cento chiese di Forlì. Quante storie e che storia!“, mette prioritariamente in rilievo l’importanza delle antiche pievi per lo sviluppo della città di Forlì e del suo territorio. A seguire il libro tratta del destino del patrimonio immobiliare degli ordini religiosi e delle confraternite durante l’occupazione francese, dei danni subiti durante il passaggio del fronte nel 1944, dell’espansione di Forlì e della costruzione di nuove chiese nel dopoguerra e, per finire, della situazione dei luoghi di culto oggi.
Scrivono i curatori: “Allo stato attuale alcuni fenomeni di carattere sociale e culturale hanno determinato una situazione di emergenza che vede, a fronte di una diffusa rete di luoghi di culto, un numero sempre più limitato di vocazioni e di conseguenza di parroci, nonché di cittadini disposti a impegnarsi nell’ambito della propria parrocchia in attività di volontariato. È per questo che nelle schede sugli edifici di culto si è cominciato ad annotare che in alcune chiese, pochissime per ora, non si celebrano più funzioni religiose in quanto i locali non più sottoposti da molto tempo a interventi di restauro sono diventati di fatto inagibili. Per cui un’altra emergenza si profila per il futuro: come fare per conservare questo ingente patrimonio immobiliare ecclesiastico, che nella maggioranza dei casi è anche un bene architettonico, culturale e storico di grande valore da salvaguardare, come la mostra e il catalogo dimostrano“.