Ai primi posti a livello nazionale nel ciclo idrico integrato per volumi d’acqua fornita, con oltre 3,6 milioni di cittadini serviti in circa 230 Comuni, il Gruppo Hera gestisce dal prelievo alla potabilizzazione e distribuzione, dai sistemi fognari fino alla depurazione. Solo in questo ambito, ha investito mediamente oltre 130 milioni all’anno (circa 65 euro pro capite, contro una media italiana di 46), adottando soluzioni tecnologiche innovative che consentono di tutelare e rigenerare, ove possibile, la risorsa in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Nel nuovo piano industriale, che prevede investimenti complessivi per più di 4,1 miliardi di euro nel quinquennio 2022-2026, la multiutility ha destinato più di 1 miliardo al ciclo idrico integrato, portando l’investimento pro capite a quasi 85 euro per abitante a fine piano, in linea con le migliori realtà europee.
Da sempre in prima linea per tutela dell’oro blu, il Gruppo Hera aderisce anche quest’anno alla Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite e che ricorre ogni 22 marzo, cogliendo l’occasione per sensibilizzare tutti sull’importanza di ridurre gli sprechi e adottare comportamenti virtuosi.
Un’acqua buona, sicura e riutilizzabile
Nei territori serviti dalla multiutility, la risorsa blu è controllata da più di 3.200 analisi al giorno, che confermano tutte la stessa cosa: l’acqua di rubinetto è buona e soprattutto sicura. Il suo percorso inizia dalle falde, dalle sorgenti, o dai corsi d’acqua, dove viene prelevata e resa potabile per essere distribuita tramite gli oltre 35 mila km di reti. Così, l’acqua arriva nelle nostre abitazioni, dove la utilizziamo per tantissime attività.
Lungo tutta la filiera la multiutility, per tutelare il più possibile il valore di ogni goccia di una risorsa sempre più preziosa, è attiva 24 ore su 24 nei quasi 400 impianti di potabilizzazione e negli oltre 850 impianti di trattamento. Senza dimenticare il lavoro invisibile del sistema laboratori e del polo tecnologico di telecontrollo di Forlì, strutture all’avanguardia nel panorama nazionale, che si occupano dei controlli di qualità e del costante monitoraggio di reti e impianti.
Poi, attraverso quasi 19 mila km di reti fognarie e appositi impianti, viene depurata e restituita all’ambiente. Infatti, per poter tutelare concretamente la risorsa, la sua gestione deve essere sempre più concepita nel complesso: fra le possibili soluzioni, la restituzione all’ambiente delle acque depurate consente di dare all’acqua una seconda vita e per fare questo occorre un impegno trasversale. In questo senso, gli accordi tra gestori del servizio idrico e consorzi di bonifica sono uno strumento per evolvere verso una gestione integrata dell’acqua, per fronteggiare le richieste del comparto agricolo che coprono il 55% della sua domanda (fonte IV Forum Acqua 2022 di Legambiente in collaborazione con Utilitalia).