La rigenerazione dell’area ex Eridania costituisce sicuramente una sfida difficile e complessa, che va affrontata nella consapevolezza di come si tratti di un sito che potrebbe oggettivamente diventare un polo di attrazione per tutta la Romagna ed anche oltre: una operazione a cui guardano con interesse anche le cooperative aderenti a Legacoop Romagna da quando il Comune di Forlì ha acquisito l’area, con una decisione del Sindaco Zattini che abbiamo apprezzato, poiché può rappresentare uno dei punti identitari della programmazione urbanistica forlivese dei prossimi decenni.
Si tratta di una opportunità sfidante di riqualificazione urbana, che a nostro parere deve essere caratterizzata da uno sforzo innovativo di grande connessione tra la storia della città ed il suo futuro. Per le dimensioni e caratteristiche del sito, ma anche per il particolare momento storico che stiamo vivendo, profondamente caratterizzato dalle necessarie prospettive della rigenerazione urbana, la progettazione dell’area ex Eridania può quindi rappresentare un’operazione di valenza addirittura romagnola, in grado di ampliare e qualificare servizi che Forlì può mettere a disposizione di tutto il territorio subregionale.
Ma perché questo accada, serve pensare in grande ed in particolare, a nostro parere, serve che l’Amministrazione comunale si faccia promotrice di un confronto e di una partecipazione eccezionali, con l’obiettivo di fare incontrare la tradizione intellettuale nata attorno al campanile di San Mercuriale, con le migliori energie disponibili a livello nazionale ed internazionale.
Certo, siamo consapevoli della complessità di una simile realizzazione, verso la quale sicuramente andrebbero convogliate risorse che non possono essere solo locali e che la città non può avere, da sola, a disposizione. Ma riteniamo ugualmente che Forlì possa tracciare il percorso, accompagnare e stimolare una condivisione coraggiosa di pensieri e di azioni sull’ex Eridania. Pensiamo che lo strumento ideale per riuscirci, sia l’attivazione di un “Concorso di idee a livello europeo”, che possa chiamare a raccolta l’Università di Bologna, ma anche i migliori studi architettonici, urbanistici, professionali e di design attualmente in circolazione.
Un percorso partecipativo che, insieme al concorso di idee, dovrebbe coinvolgere le associazioni professionali, le organizzazioni di impresa, il mondo dell’economia, del lavoro, della cultura, del terzo settore e dello sport. A tal fine, pensiamo ad una progettazione che riguardi tutta l’area – il grande parco verde, così come gli edifici vincolati, che è necessario valorizzare nel rispetto assoluto della loro storia – perché solo considerandone la complessità (ma si potrebbe anche dire la bellezza, nel suo complesso), potremmo generare l’opportunità di creare un effetto moltiplicatore.
Notiamo con piacere come in questa stessa direzione, da quando il Comune di Forlì ha acquisito l’area, si stiano muovendo associazioni ed intellettuali forlivesi. Si tratta di segnali da valorizzare, che evidenziano come vi sia un’energia positiva che sta attraversando la città e che va tutta nella stessa direzione: raccogliere le migliori idee per creare un luogo speciale ed identitario di tutta la Romagna. Il simbolo di una Forlì che guarda al futuro, unendo tecnologia ed innovazione alla sua storia.