Né ozi, né guerre

soldati ucraini in guerra

Al Museo del Risorgimento di Torino (bellissimo!) c’è una sezione di bandiere storiche che tessono un collegamento ideale e di valori tra Risorgimento, Resistenza e Repubblica, nonostante la potente presenza di Casa Savoia. Vessilli “tricolori” patriottici e anche monarchici, “rossi” repubblicani e socialisti, “neri” libertari e massonici, di altre tinte e pure un po’ misti a conferma di una pluralità di anime e di relazioni in quel mondo associazionistico che aveva trovato una prima sintesi nella “Primavera dei popoli” del 1848-1849.

Sono colori e suggestioni antiche, distanti dalla nostra temperie, ma certamente affascinanti, pedagogiche e capaci di far vibrare emozioni per quella determinazione ideale e anche rimpianti per le mille cadute a cui è andata incontro un’umanità evidentemente non paga di continuare a cadere. Certo che il motto “Né ozi né guerre” è forte. Inaspettato, in qualche modo un po’ buffo. Però è potente! Evoca il lavoro, la solidarietà, l’obiettivo di costruire qualcosa di positivo sempre, anche nel tempo libero. Tutto all’interno delle coordinate maestre, da sempre, della fratellanza universale: Giustizia e Libertà. Tra le bandiere storiche esposte a Palazzo Carignano ce n’è anche una stupenda di un circolo di Terra del Sole. Tanto bella che merita, prossimamente, un momento tutto suo.

Mario Proli

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