Trattoria Primaro
Via Corriera Antica, 38 Casalborsetti (RA)
Tel. 0544/449328, 3482265608
Giorno di chiusura: lunedì
Orario di esercizio: pranzo/cena.
Si può prenotare.
Come arrivare, itinerario consigliato: sulla SS Romea dopo Ravenna prosegui per Venezia.
Dopo consulto col segnalatore, si decide per scribant, l’affluenza degli avventori ci conforta, sempre pieno, anche durante la mia gita degustativa: interesse e dominio pubblico, ma siamo di fronte ad una realtà con alcuni aspetti da analizzare. Trattoria Primaro, in mezzo alla campagna a lato della maestosa (e pericolosa) SS 309 Romea, lo trovi al km. 14,800 per essere precisi.
Fiume Reno immediatamente a fianco del Ristorante Trattoria Primaro, con tanto di metanodotto, che ci ricorda la dipendenza dal gas, Reno oggi ma un tempo era nientemeno che il fiume “Po di Primaro”, ed ecco il termine della località Primaro, corso fluviale del Po deviato, ed oggi ecco il Reno che ti consiglio di visitare secondariamente, con i suoi percorsi, traghetti, trabaccoli e la bella campagna ravennate.
Queste zone sono magiche, durante la Guerra si viveva di sola anguilla, non c’era altro da mangiare; oggi le anguille sono sparite, rischio spopolamento leggo a tema, per il fabbisogno culinario ecco gli allevamenti comacchiesi e ravennati; un tempo la strada statale passava a lato del locale, parliamo di 60 anni fa, e c’era persino un traghetto. Primaro, un posto semplice e rurale immerso nel verde, strada bianca ciclabile, vietato auto (barra), bello da vivere.
Primaro, non pensare di trovarti davanti ad un ristorante stellato, ma nonostante l’aspetto ed alcuni particolari che vedremo, la cucina della Trattoria Primaro merita, e a noi interessa solo quello, ciò che avrai nel piatto: vada, esame superato.
Giovanni Giacovelli figlio di un Carabiniere, ha girato tutta l’Italia, Piemonte, Calabria, Emilia Romagna, ora è a Primaro (RA): connotazione vagabonda di pellegrinaggio sull’Italia con la famiglia, son sempre quelle le storie, culture, passioni, usanze, e le troviamo nel piatto. Giovanni nasce a Susa (TO) paesino piemontese di frontiera, qui il ragazzo ha l’adolescenza, fase iniziale, anche culinaria, una terra ricca di alta enogastronomia, com’ebbe a sottolineare in una nostra intervista ad Andy Luotto: terra da amare.
Giovanni non immagina che dovrà pellegrinare, al ché il padre carabiniere viene mandato in Calabria, stress del cambiamento che comporta chicca golosa, salumi come la ‘Nduja. Non pago, il babbo carabiniere viene ancora trasferito e dove se non in Emilia-Romagna, la patria dell’ingrasso. Siamo sui piatti del Primaro con riflesse le inevitabili influenze regionali: oggi c’era la Calamarata alla ‘ndujia e nero di seppia, uno stupendo piatto con la mitica rossa ‘nduja, buonissimo, quella robetta piccante calabrese che darà tono di vita; inoltre insalata moscardini e ceci, ecco i ceci, ed ecco il Sud che ama il cece che ha configurazioni spaziali con la Purea di Ceci e verdura cicorietta pugliese. C’è il pesce azzurro e questo è il segno divino della zona dove Primaro è collocato, e di cui lo chef approfitta intelligentemente: Azzurro, pesce povero come Irvin Zannoni, ad esempio, ha pazientemente divulgato e in maniera ricca di sapori nel piatto, arte pura, il Pesce Povero, già Azzurro (povero forse una volta, Ndr) degno delle tavolate saggie ed esigenti, povero come lo Sgombro, questo pesce, che i maldicenti tacciano con “mangia la cacca”, per squalificarlo, invece assaggia i tranci alla brace e capirai che bontà e quanto Omega 3.
Continua il menù. Oggi c’è la Calamarata al granchio blù, quello assassino del telegiornale (mangia tutto, Ndr); quindi un bel Fritto di Paranza, il piccolo peschereccio che è sul menù di tutti i ristoranti; infine l’Anguilla, meta della mia gita mangereccia, bisce in fase quasi di estinzione, colloquio col mio ispettore di zona, e già argomento degno di articolo: com’ebbe a dire il maestro Graziano Pozzetto, “dov’è l’Anguilla nostrana? Non c’è più”, risposta sibillina, non esiste sui canali che un tempo erano vero sostentamento delle famiglie contadine, si mangiava l’Anguilla perché non c’era altro, sia chiaro, oggi nel tuo piatto troverai prodotti di allevamento, per l’amor di Dio, buonissimo, ma non è più quel sapore gustoso di una volta, ma standardizzato da allevamenti intensivi, che potrai vedere sul ferrarese e comacchiese (ti invito a Comacchio, mezz’ora da qui, Ndr). Insomma ne hai da degustare e non rimarrai deluso, il locale è semplice, spartano, ma c’è il savoir-faire, ed anche un tocco di cucina cubana che personalmente rimando ad altra gita. Mi accontento dell Anguilla alla brace, buonissima.
Dimensione del locale: Locale media metratura piuttosto retrò, un po’ datato…
Servizi igienici: bagno, ok, pulito.
Target del locale $$$: basso secondo il mangiare e comunque qui mangi anche con molto poco, prezzi onesti. Clientela eterogenea, per tutti, ricchi & poveri, come i cantanti.
Descrizione Menù:
Primi piatti: Piatti della tradizione pescivendola lagunare ravennate ma anche Tagliolini al granchio blù; Calamarata ‘nuduja e nero di seppia.
Secondi piatti: Anguilla e sai cosa prendi, non mancare. Fritto del giorno (non si fanno due turni, bellissimo, bravo, quindi il fritto è del momento).
Contorni: insalate, verdure al forno.
Nel Cestino: pane casereccio.
I dolci: pochi e caserecci.
La carta dell’acqua. Acqua in bottiglia vetro, ottima.
Olio, sale, aceto: ahimè, siamo sull’olio in bustine, mi è dispiaciuto e non dico altro.
Caffè: buono.
La Cantina: vino della casa, gli diamo la sufficienza.
Locale: tavola rustica con sedie da rigattiere; tovagliato di carta a mò di tavola calda; tovagliolo carta troppo spartano.
Piatti consigliati: Anguilla alla brace.
Fa Pranzo Lavoro? No, prezzi popolari.
Verdetto finale: la location esterna 7,5; il locale 6; servizio 7,5; Voto globale sul menù 8,5; il conto 9+.
“Sulla Porta”. Il locale vanta le placche delle seguenti Guide:
4live.it
Accademia Italiana della Cucina (mica poco, Ndr)
www.viaemiliaristoranti.it
Puoi anche provare e ti consiglio caldamente:
Capanna di Eraclio, Codigoro FE, tempio sacro dell’anguilla
La Chiocciola a Portomaggiore FE, altro tempio goloso sulla Anguilla, si legga nosstra recensione.
A Ravenna città, i miei segnalatori indicano: Al 45; Cà de Vèn (tipo Cà dè Bè di Bertinoro); io ti suggerisco: Osteria l’Acciuga (by segnalazione Omar Casali Chef, Ndr); Al Gallo 1909 in Via Maggiore, famiglia Turicchia, sempre bellisismo/buonissimo, mia recensione.
Cosa c’è da vedere in zona: il Po di Primaro, oggi fiume Reno. La laguna del ravennate, il Capanno di Garibaldi e paraggi. Comacchio. Non mancare, il delta del Po.
In definitiva: ottimo per pesce.
Gigi Arpinati