Tutti ricordiamo padri o madri alla ricerca di occhiali e chiavi, soprattutto. Li guardavamo con aria svagata. Ci sembravano un po’ patetici. Ora siamo diventati come loro, e cerchiamo di arginare l’inevitabile con tecniche più o meno efficaci. Mio padre, ad esempio, manuteneva un’accurata memoria portatile trasferita su un calendario olandese, compilato in modo maniacale e consultato come un oracolo.
Mi pare che i giovani, oggi, dimentichino gli oggetti con maggiore frequenza di una volta, senza darsene troppa pena, però. Lo fanno con quel senso di sfrontata dissipazione del tempo che solo chi ne ha ancora tanto davanti può esibire con sfacciata nonchalance. A noi, invece, rincresce non tanto la ricerca, ma i granelli di clessidra buttati via per niente. Per questo, forse, diciamo talvolta “ho perduto le chiavi”, prima ancora di averle cercate.
Roberto Balzani