In questi giorni Alea Ambiente sta inviando agli utenti le bollette per la gestione della raccolta dei rifiuti 2023, assieme ai conguagli 2022. Nelle lettere, giustamente, si sottolinea con grande evidenza quando l’utenza è stata attenta alla riduzione della produzione dei rifiuti, comparandola alla media. Nel caso di una famiglia con cinque componenti, ad esempio, la media di rifiuti indifferenziati prodotti è di 455 litri all’anno. “Grazie per il tuo impegno per il futuro”, legge in grande evidenza chi è stato più attento.
«Peccato, però, che essere virtuosi non porti alle riduzioni di importo che sarebbe lecito sperare. Sempre tornando all’esempio, il numero di svuotamenti minimo fatturato da Alea è di 720 litri, quasi il 60% in più della media. In piccolo, anche se in grassetto, la bolletta riporta che il numero di svuotamenti fatturati non sarà mai inferiore a questo minimo. Questo significa che tutti i cittadini coperti dal servizio, nella stessa situazione familiare, pagano come minimo il 60% in più per la quota variabile rispetto alla media» rilevano Maria Grazia Creta e Alessandro Ronchi di Europa Verde Forlì.
«Se pensiamo poi – continuano – che la raccolta puntuale serve a ridurre la quantità di indifferenziato, incentivando comportamenti virtuosi e innescando reti circolari di riuso, la delusione e la rabbia sono ancora maggiori. Da sempre siamo a favore della raccolta domiciliare, che permette una riduzione dell’incenerimento, della discarica e potenzialmente importanti benefici economici dovuti alla riduzione dei costi di smaltimento, se la tariffa venisse calcolata correttamente. Non è un caso che il Comune di Forlì abbia un 40% di rifiuto indifferenziato in meno rispetto alla vicina Cesena, secondo gli ultimi dati del catasto dei rifiuti, e quindi non si può dire nulla sulla buona volontà dei nostri concittadini e sul corretto funzionamento del sistema».
«Ma questi benefici vanno riversati sull’utenza, perché il principio del “paghi chi inquina” venga rispettato anche al contrario, per ridurre i costi dei comportamenti virtuosi. Un occhio di riguardo inoltre andrebbe soprattutto alle famiglie con bambini, visto che in questi casi non si fa distinzione a livello di componenti, mentre a nostro parere servirebbe un incentivo tariffario, specialmente per chi dimostra il suo impegno nella riduzione dei rifiuti» concludono Creta e Ronchi.