Il Pug (Piano urbanistico generale) ha imboccato la strada che lo porterà all’approvazione in consiglio comunale. Ieri c’è stato un primo passaggio del documento in commissione consiliare. La sintesi è che Forlì nel prossimo quarto di secolo potrà crescere solo del 3% in più della superficie urbanizzata. Ciò significa 91 ettari di nuove edificazioni disponibili fino al 2050. Nel frattempo però ci sono 890.000 metri quadrati tra residenziale, produttivo e terziario già autorizzati dai precedenti strumenti urbanistici.
“Vengono seguite le disposizione della Regione – dichiara il direttore di Ascom-Confcommercio Alberto Zattini -. Il problema è che a Forlì è stato realizzato tutto quanto poteva esserlo. Prova ne è il recente taglio del nastro di Formì, insediamento commerciale vicino al casello autostradale. Le scelte programmatorie hanno provocato una cannibalizzazione del territorio“.
Ne consegue, continua Zattini “che il peggio purtroppo lo abbiamo alle spalle. Per cui il Pug ci lascia sostanzialmente indifferenti. Rilevo che non si è intervenuti con provvedimenti che potevano riguardare la tutela della salute pubblica, mitigando così l’impatto di queste nuove realtà, spuntate come funghi nell’ultimo periodo. Ribadisco che restiamo quasi indifferenti rispetto al Pug, perché arriva con ritardo. Inoltre non si è mosso nulla relativamente al recupero di strutture non utilizzate che si trovano nelle aree industriali e artigianali. Gli investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni hanno risposto a un interesse speculativo e non agli interessi dei consumatori” conclude il direttore Ascom.