Si è tenuta oggi, all’ospedale di Forlì, una conferenza stampa di presentazione della collaborazione attivata tra l’ospedale “Morgagni–Pierantoni” di Forlì e il Lishui Central Hospital – Wenzhou Medical University (Cina). Ai primi di dicembre una delegazione di primari forlivesi, il professore Giorgio Ercolani direttore di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate di Forlì e professore ordinario di Chirurgia all’Università di Bologna, Fabio Tarantino direttore di Emodinamica di Forlì e Cesena, Roberta Gunelli direttrice di Urologia di Forlì e Carlo Fabbri direttore di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Forlì-Cesena si sono recati in Cina per visitare il Lishui Central Hospital – Wenzhou Medical University ed incontrare i colleghi cinesi.
“Siamo molto contenti di questa collaborazione nata tra Ospedale di Forlì e Lishui Central Hospital – ha affermato Giorgio Martelli direttore del Presidio ospedaliero “Morgagni–Pierantoni” di Forlì – perché è estremamente utile per la crescita professionale dei nostri professionisti potersi confrontare, sia sul piano teorico che operativo, con altre realtà sanitarie”.
“Era la prima volta che visitavo strutture sanitarie cinesi – spiega Giorgio Ercolani – e a parte aver apprezzato l’organizzazione e la disponibilità di risorse tecnologiche, sono rimasto impressionato dagli elevati numeri di attività dell’area chirurgica che, sicuramente, ci permetteranno di poter iniziare proficue collaborazioni scientifiche. Tra l’altro attendiamo un giovane collega chirurgo che si fermerà con noi per tre mesi e attraverso il quale potremo porre le basi per tali collaborazioni. Sono infine lieto di annunciare che il presidente dell’ospedale di Lishui mi ha chiesto la possibilità di svolgere una docenza part time presso il loro nosocomio“.
“Sono lieta – commenta Maria Grazia Silvestrini – di aver favorito questo progetto che intendeva, in primis, valorizzare le capacità dei medici dell’ospedale di Forlì e creare collaborazioni tra il nosocomio forlivese e altre realtà sanitarie all’estero.”
“È stata una bellissima esperienza umana e professionale – racconta Fabio Tarantino –. Sono stato molto colpito dall’organizzazione e dall’efficienza della struttura ospedaliera e dei dipartimenti che abbiamo visitato. Vi sono certamente delle differenze rispetto alla nostre pratiche cliniche e lo scambio di informazioni e di conoscenza, che ho potuto effettuare con i colleghi cardiologi ed il personale sanitario, è stato molto stimolante e porterà sicuramente a delle collaborazioni professionali e scientifiche nel prossimo futuro: la scienza medica si basa proprio su uno scambio continuo di informazioni, dati scientifici ed evidenze cliniche ed è proprio quello che cercheremo di portare avanti con i colleghi cinesi”.
“Le giornate trascorse in sala operatoria ci hanno permesso di entrare nel vivo della loro attività quotidiana – ha dichiarato invece la dottoressa Roberta Gunelli – ed abbiamo potuto constatare come la loro tecnica chirurgica sia preferibilmente indirizzata alla mininvasività come nella nostra realtà.Ci hanno mostrato un’ottima scuola laparoscopica e sono in procinto di acquisire una strumentazione robotica di loro produzione. La cosa che più mi ha colpita però è stata la serietà e l’impegno nel lavoro che abbiamo trovato in ogni momento in tutte le persone che abbiamo incontrato. Capire come possa esserci una contaminazione fra due sistemi così diversi non è facile, ma la presenza di specialisti cinesi che, grazie a questo scambio diventerà quotidianità, servirà a farci entrare nel loro mondo ed a consentirci di creare un vero scambio professionale e culturale”.
“È doveroso ringraziare le figure forlivesi che hanno pensato di proporre una iniziativa di un valore sia umano che scientifico così alto – aggiunge il dottor Carlo Fabbri – aprendo potenziali opportunità per la nostra azienda sanitaria sia in termini assistenziali che di ricerca clinica. Avere creato questa connessione con l’ospedale di Lishui e con la Wenzhou Medical University offrirà possibilità di interscambio e di progettualità che coinvolgeranno professionisti e studenti della nostra comunità, ampliando il ventaglio di esperienze e confronto. Ho trovato un buon livello clinico ed organizzativo sia nei percorsi assistenziali che di ricerca. Ovviamente vi sono differenze concrete su molti ambiti e in gastroenterologia è molto sentita la necessità di potenziare i percorsi di screening, in particolare del colon-retto”.