Figlio di un altro tempo, sono molto colpito dall’evocazione, dal desiderio, dalla compiaciuta insistenza con cui, tutti i giorni, si parla di guerra. In Ucraina, in Medio Oriente, a Taiwan, nel Mar Rosso, ovunque. Ogni tanto si evoca perfino il rischio di mobilitazione nei Paesi occidentali. È comprensibile, per chi governa, cautelarsi e adattarsi al mainstream.
Consiglio però, ai politici e non solo, come antidoto, la lettura del celebre libro di Norman Angell, La grande illusione, del 1910. Dimostrava razionalmente l’assurdità della guerra. Che però scoppiò ugualmente, nel 1914. Ciò non toglie che sia bene ripetere quei ragionamenti. Anche contro l’evidenza.
Roberto Balzani