Le stragi d’innocenti continuano. L’ultima ieri a Mosca. La parte peggiore dell’umanità è sempre all’opera. Fra le tante, quella di 80 anni fa, a Roma, ha bucato il velo dell’oblio. Perché? Perché un monumento di memorie, scritte e orali, ne ha sostenuto il ricordo. Fin dal luglio 1944, quando il dottor Ascarelli recuperò corpi e cose, per restituire nomi e identità certe alle famiglie.
Una storia non ancora conclusa. Gli oggetti parlarono e parlano ancora. Come la sciarpa di Epimenio Liberi. Una reliquia? Un racconto implicito? La testimonianza di un gusto? Una sineddoche? Una firma? La presenza immateriale di un uomo i cui resti sono alla Fosse Ardeatine?
Roberto Balzani