È una notizia quella di un avvocato della nostra ridente città di Paperopoli, che censura il vescovo dell’altrettanto ridente città di Topolinia per “vilipendio della religione cattolica, bestemmia ed esposizione di immagini blasfeme in luogo sacro”. Si tratta di un’opera d’arte contemporanea. Che un giudice (forse psicopatico, secondo il sospetto del Ministro Nordio) possa decidere cosa sia blasfemo e cosa no in un luogo religioso, sotto la giurisdizione della diocesi, è davvero singolare.
Sarebbe stato contento Giovanni Gentile: lo Stato etico sovrasta perfino la Chiesa. Io, che sono liberale, preferisco il vecchio adagio di Cavour: libera Chiesa in libero Stato. Per questo, al di là del merito, mi sento dalla parte di Monsignor Erio Castellucci.
Roberto Balzani