“Non sono mai stato un politico ma ho sempre cercato di partecipare alla vita della città e, ne La Civica Forlì Cambia, trovo il giusto insieme di idee e esperienze, fuori da schemi di partito, per mettermi in discussione e per proporre idee per il miglioramento della città e della vivibilità”. Loris Ceredi, geometra dalla lunga carriera professionale ed altrettanto impegno speso per la collettività, spiega così le ragioni che l’hanno portato a candidarsi nella civica che sosterrà Zattini alle prossime amministrative. Sarà l’unico consigliere comunale uscente a ricandidarsi. Poco più che ventenne faceva già parte del comitato di quartiere di Villanova dove ancora vive e dove, subito dopo l’alluvione che ha interessato parte dei residenti, ha scelto di spendersi per la collettività mettendo a disposizione le proprie competenze assieme ad altri professionisti.
È stato, infatti, promotore e responsabile di “Villanova punto alluvione”, realtà dedicata all’aiuto e la consulenza gratuita agli alluvionati. “Fin da giovane – racconta – pur non interessandomi di politica, mi è sempre piaciuto “fare”, anche per gli altri e quando è arrivata l’alluvione ho sentito la necessità di “fare” qualcosa per gli abitanti di Villanova, la mia frazione che mi aveva dato tanto professionalmente. Nonostante il messaggio del sindaco , nessuno poteva immaginare quello che è poi successo. Io abito a monte della via Emila, dove l’acqua non è arrivata. Quando la mattina sono uscito di casa mi sono reso conto della fortuna che avevo avuto al contrario di quanti abitano a valle della stessa via. Mi sembrava di essere in un telegiornale con scene che mai avrei immaginato, ed è stato in quel momento che ho iniziato a pensare a cosa avrei potuto fare io per portare aiuto”.
La lunga carriera professionale e la dimestichezza con la burocrazia gli permettono di capire velocemente come rendersi utile per il prossimo: “Da sempre faccio il geometra e vivo nella burocrazia che inesorabilmente sarebbe arrivata anche in questo caso. Immediatamente mi è venuto in mente di portare un aiuto diverso e, sentiti altri professionisti di Villanova, un architetto, un geometra, un termotecnico e un elettrotecnico e dopo averlo comunicato al sindaco il 28 maggio, ho deciso di organizzare una piccola struttura per prestare aiuto agli alluvionati per la compilazione delle schede”.
Appena qualche settimana dopo l’alluvione, la struttura era già pronta ad accogliere i cittadini. “A metà giugno eravamo operativi e lo siamo ancora ora, a Villanova, in un negozio sfitto che il proprietario ci ha concesso gratuitamente, dove abbiamo portato scrivanie, 4 computer, due fotocopiatrici, tutto donato da ditte con le quali collaboriamo nella nostra attività professionale, oltre alla carta che i negozianti e la banca vicina ci hanno e continuano a donarci – continua -. Il mio primo pensiero è stato quello legato all’aspetto psicologico ed emotivo di ciò che avremmo affrontato e, mentre allestivamo il Punto Alluvione, ho pensato di aver fatto una scelta che forse non saremmo riusciti a portare avanti ma, fin dai primi incontri, la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta ci è arrivata ascoltando le persone che venivano a piedi o in bicicletta perché non avevano altri mezzi di locomozione e ci raccontavano di aver perso tutto in quella notte. Ho incontrato persone irriconoscibili, non sembravano più le persone che conosco fin da bambino. Abbiamo compilato circa 130 modulo A1 per i quali servono pochi minuti al contrario dell’ascolto dei racconti di quanto vissuto quella notte, racconti che ci hanno coinvolto emotivamente e che ci hanno fatto crescere anche dal punto di vista umano. Nei 45 anni di professione – conclude Ceredi – ho imparato ad ascoltare e ascoltando molto spesso si prendono le decisioni migliori magari non perfette ma sicuramente le più mediate. Non so se avremmo potuto fare di più ma almeno ci abbiamo provato”.