Garantire cure sempre più precise e meno invasive, riducendo il numero di sedute necessarie. L’Unità di Radioterapia Irst “Dino Amadori” Irccs si è dotata di un nuovo acceleratore lineare (Linac, Linear Accelerator) che consente all’Istituto di poter usufruire di uno dei più avanzati mezzi per radioterapia attualmente in commercio. Il Linac installato in sostituzione della precedente strumentazione, giunta ormai alla conclusione del proprio ciclo d’utilizzo ottimale, infatti, permette una migliore conformazione del fascio di radiazione in modo da colpire in maniera molto accurata il bersaglio tumorale, risparmiando i tessuti vicini. Il nuovo Linac ha, inoltre, una velocità di trattamento molto più elevata rispetto alla tecnologia precedente in quanto la dose che può erogare nel tempo di esposizione è maggiore.
Non solo più preciso e più rapido: sul nuovo Acceleratore Lineare è stata anche implementata una recente tecnologia, la SGRT (acronimo di Surface Guided Radiation Therapy) che ricostruisce in virtuale 3D la superficie corporea del paziente e la monitora dal posizionamento pre-terapia fino al termine del trattamento. In questo modo, in caso di spostamenti o movimenti involontari del paziente, l’emissione di radiazioni s’interrompe così da evitare di colpire gli organi sani. “È anche possibile effettuare i trattamenti sincronizzati con i movimenti respiratori – spiega Antonino Romeo, direttore della SC di Radioterapia IRST – in modo che l’irraggiamento della lesione tumorale avvenga nella posizione più favorevole, lontana dagli organi sani più radiosensibili. Ciò permette, ad esempio, un risparmio ottimale delle strutture cardiache durante il trattamento delle neoplasie mammarie o nel caso di trattamenti vicini all’area polmonare per linfomi che spesso riguardano giovani pazienti“.
Il nuovo Linac, prosegue il dottor Romeo, “ha una maggiore efficacia anche nei trattamenti su tumori di dimensioni ridotte, quando si utilizzano alte dosi di radiazioni con una precisione millimetrica (stereotassica), risparmiando il più possibile gli organi sani circostanti e riducendo al minimo gli effetti collaterali. Il trattamento con la radioterapia stereotassica prevede, inoltre, un numero di sedute nettamente inferiore (da 1 a 5) rispetto alla radioterapia convenzionale. L’utilizzo della nuova tecnologia – conclude Romeo – potrà contribuire a ridurre i tempi di erogazione del trattamento, ridurre il numero globale di sedute, ad aver un miglior controllo della malattia e a un contestuale risparmio degli organi sani, con conseguenti minori effetti collaterali per il paziente“.
Un aggiornamento tecnologico molto importante per l’unità di Radioterapia IRST, frutto di un investimento di quasi 1,5 milioni di euro, che consentirà un’ulteriore implementazione soprattutto in termini di efficacia, rapidità e qualità di cura. A tutto vantaggio delle persone malate che si rivolgono alle sedi di Radioterpia Irst di Meldola e Ravenna, ogni anno tra i 2.000 e i 2.500 pazienti con diverse patologie oncologiche, sia con nuova diagnosi sia con un percorso terapeutico già avviato. Entrambe le sedi dispongono di una TC di centramento dedicata e, per le terapie, Linac e Tomoterapia. La Struttura di Ravenna è anche dotata di una Brachiterapia per trattamenti da fonte interna (piccoli aghi radioattivi).
“Con questa nuova strumentazione siamo in grado di garantire un ulteriore miglioramento delle cure per i nostri pazienti – affermano Lorenzo Maffioli direttore generale Irst Irccs e Maria Teresa Montella direttrice sanitaria di Irst – che anche durante il periodo della installazione del nuovo Linac hanno visto garantita la continuità dei trattamenti, grazie ad una fattiva collaborazione tra Irst e Ausl Romagna. Tra la disattivazione del vecchio acceleratore e l’installazione del nuovo Linac sono state messe in campo diverse azioni per contenere i tempi di attesa, grazie al generoso impegno del personale operante nelle Radioterapie di Irst sia a Meldola e a Ravenna e al supporto dei colleghi Ausl nella sede di Rimini“.