La Sanità costituisce una voce estremamente importante nelle politiche cittadine, regionali, nazionali, mondiali. Il progressivo aumento di aspettativa di vita, calcolata in Italia di 73 anni nel 2019, unita al costante decremento di natalità riscontrato nel nostro Paese negli ultimi anni, ci proietta in un futuro nel quale ad un sempre maggiore bisogno di assistenza e cura (legato all’inevitabile incremento di patologie croniche) si contrapporrà una riduzione della forza lavoro in grado di rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana. «Per riscontrare gli esiti di questa progressiva sproporzione non occorre proiettarsi in un futuro più o meno lontano, ma soffermarsi su quanto già si sta verificando nel presente. Assistiamo, infatti, ad un aumento di richiesta di cure e assistenza per fasce di popolazioni over 60 in costante crescita numerica. Parlare di malattie croniche può non rendere l’idea di quanto esse possano incidere sulla erosione delle risorse finanziarie disponibili. Una persona affetta da diabete, cardiopatia, malattia oncologica, patologie neurologiche (Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla, SLA), in un contesto nel quale la sanità è in grado di prolungare la sopravvivenza generale della popolazione, può avere una aspettativa di vita oltre i 20 anni dall’insorgenza della patologia, con progressivo aumento del fabbisogno di cura, assistenza, degenza, riabilitazione sia in termini di durata temporale che di necessità giornaliera» è l’analisi del dottore Andrea Amadori candidato nella lista “La Civica Forlì Cambia“.
«A questo problema se ne associa un altro, altrettanto cruciale, legato alla istituzione di un numero chiuso degli accessi alle Facoltà di Medicina delle Università italiane che riduce spesso in maniera eccessiva il numero di futuri medici e che non ha tenuto conto in prospettiva delle necessità di forza-lavoro nell’ambito sanitario nazionale, né in termini numerici, né in termini di Specialità. Ne consegue una asimmetria tra il numero di operatori del comparto sanitario che terminano il loro percorso lavorativo e quello (inferiore) di chi subentra loro. La mancanza di una reale progettualità nell’indirizzare i neolaureati verso le Scuole di Specialità che formano medici specialisti maggiormente richiesti rispetto ad altri non ha permesso, inoltre, di ‘sfornare’ un numero sufficiente di geriatri, reumatologi, fisioterapisti, cardiologi, nefrologi per soddisfare le richieste dell’utenza. L’insieme di tutti questi fattori porta, come risultato, ad un sovraccarico di lavoro dei medici, dal medici di assistenza primaria ai medici specialisti ospedalieri, all’utilizzo improprio degli accessi al Pronto Soccorso, reparto-snodo fondamentale per l’intera struttura ospedaliera, all’abuso di utilizzo di farmaci ed esami strumentali. La diretta conseguenza di questa reazione a catena è una significativa erosione delle risorse destinate all’ospedale per prestazioni ospedaliere non sempre appropriate o dirette ad attività ad alta complessità. Questa mia prima riflessione senza pretese di esaustività vuole essere un punto di partenza e una premessa rivolta a tutta la cittadinanza forlivese per aprire un dialogo e per prospettare proposte e spunti che ritengo fondamentali per dare risposte sulle criticità della sanità e su come potremmo affrontarle, portando la mia esperienza tecnica medico-scientifica. È proprio per questo motivo che ho deciso di candidarmi al fianco di Gian Luca Zattini nella Lista “La Civica Forlì Cambia”: per una condivisione di obiettivi comuni per una vera sanità per tutti, tale è e, tale, deve essere» conclude Andrea Amadori.