RinnoviAmo Forlì ha partecipato alla riunione di ieri 22 maggio a Carpena, convocata per chiedere risposte in merito alla contaminazione delle acque sotterranee solventi organici clorurati nelle zone di Carpena e Ronco alla Giunta comunale, Arpae e di Ausl della Romagna, nessuno dei quali si è presentato con un proprio rappresentante. “Consideravamo già grave il ritardo nella risposta delle autorità preposte alla sicurezza dei cittadini che emerge dalla cronologia degli eventi fornita dallo stesso assessore Petetta. Comune di Forlì, Arpae, Ausl della Romagna sono infatti corresponsabili nell’esposizione della popolazione di Carpena a sostanze rinomatamente
pericolose per la salute umana e ambientale, nonché potenzialmente cancerogene, dal momento in cui hanno appreso della notizia a quello di emissione dell’ordinanza di divieto di prelievo delle acque sotterranee” spiega Elisa Zecchini candidata con RinnoviAmo Forlì.
“A questo, si aggiunge il fatto che Ausl e Arpae ieri non hanno risposto alle questioni sollevate dai comitati di quartiere, perché non espresse in un confronto ‘istituzionale’. RinnoviAmo Forlì crede che sia dovere del sindaco in qualità di responsabile della salute pubblica ottenere queste risposte e con esse informare la popolazione, casa per casa” precisa Zecchini.
Per RinnoviAmo Forlì le domande più urgenti sono: quali siano i composti chimici nocivi rinvenuti nell’acqua (sono state nominate la trielina, ossia il tricloroetilene, e il tetracloroetilene) e quale sia la loro attuale concentrazione nelle zone interessate dal divieto; se queste sostanze vengano assorbite dalle produzioni agricole, in quali concentrazioni, se vi permangano e per quanto tempo; quali siano i rischi per la salute umana derivanti dall’inalazione, ingestione, manipolazione dell’acqua contaminata, comunemente usata per irrigare i campi e abbeverare gli animali da cortile; se siano stati condotti (o perlomeno programmati) studi epidemiologici statistici sull’insorgenza di patologie correlate all’esposizione a solventi organici clorurati sulla popolazione di Carpena e dintorni, in particolare sull’esposizione al tricloroetilene/trielina; quali siano i rischi per la salute animale e ambientale derivanti dall’esposizione; quali sono le attività di bonifica programmate per riportare le concentrazioni di questi solventi entro la soglia di sicurezza per poter permettere ai proprietari dei pozzi privati di utilizzarne le acque.
“Pur sperando nella risposta (e nella presenza) delle autorità all’incontro di ieri, abbiamo inoltrato la scorsa settimana due istanze di accesso agli atti dirette ad Arpae e Ausl della Romagna, per verificare le condizioni ambientali e i rischi per la salute dei cittadini che hanno determinato il divieto di prelievo” prosegue la nota di Zecchini.
“Nessun allevatore dovrebbe trovarsi a spendere migliaia di euro per abbeverare la sua mandria con l’acqua dell’acquedotto quando dispone di un pozzo di proprietà. Nessun genitore dovrebbe preoccuparsi della salute dei propri figli, quando giocano con l’acqua o gustano un frutto. Questo è un problema che deve riguardare l’intera città. L’Amministrazione comunale ha il dovere di essere presente sul territorio, affrontare le domande dei cittadini e farsi garante della loro salute e anche della sostenibilità delle imprese agricole. Il Comune dovrebbe essere il primo a richiamare ARPAE ed AUSL ai rispettivi ruoli e responsabilità, non delegando questo compito ai cittadini” conclude Elisa Zecchini.