«Da anni la scuola dell’infanzia comunale Querzoli ha un enorme problema: il giardino. Il Comitato di Gestione (composto da genitori e insegnanti) da circa due anni ha evidenziato numerosi problemi che investono il giardino della scuola come le deiezioni di piccioni, una parte perennemente esposta al sole, il terreno polveroso molto arido che irrita la pelle di numerosi bambini (certificato dai dermatologici), numerose segnalazioni, sollecitazioni, comunicazioni, richieste di intervento si sono succedute in questi due anni ma ad oggi nulla è cambiato» si domanda Luca Rinieri per conto dei genitori del comitato di gestione della scuola dell’infanzia Querzoli di Forlì.
«Quindi ci chiediamo: l’Amministrazione ha a cuore la salute dei bambini? Ai genitori del Querzoli sembra proprio di no. Le risposte pervenute, dai toni sempre poco concilianti, proponevano interventi con tempi e contenuti mai chiari e hanno infine costretto questa rappresentanza di famiglie a dimettersi dal ruolo di membri del comitato di gestione. Un organo individuato come coadiuvante delle attività scolastiche e per la gestione economale. Il Comitato negli anni ha finanziato l’acquisto di libri, di materiale informativo, il progetto di psicomotricità (formazione e materiale), materiale scolastico, giocattoli, arredo per i giardini nonché il supporto per la digitalizzazione dell’archivio storico documentale della scuola, integrando in maniera non trascurabile i finanziamenti comunali ordinari, mediante l’organizzazione di iniziative di autofinanziamento» insiste il comitato.
«Nel 2022 il Comitato in accordo con le insegnanti presentò il progetto di un patto di collaborazione per farsi carico di migliorare gli spazi comuni esterni ma per scelte politiche e cavilli legali tale patto non è mai stato stipulato. Gli scambi con l’Amministrazione, si sono intensificati negli ultimi mesi, per poi giungere a un punto non conciliabile: è chiaro come le esigenze delle famiglie e l’impegno delle stesse nell’interesse comune e del benessere di 150 bambini e bambine, viaggi a ritmi ben diversi da quelli della pubblica amministrazione».