«Il dibattito sulla cultura cittadina registra la presa di posizione di decine di professionisti ed esperti che, nel sollevare legittime critiche alle politiche della giunta Zattini, pongono altrettanto legittime domande sulla gestione futura di questo settore strategico. Come candidati consiglieri nella lista PD, condividiamo la preoccupazione per la mancanza di un piano complessivo e organico dell’Amministrazione Zattini, che ricomprenda in un’unica progettazione il patrimonio e le azioni per e sulla cultura. Questo deficit di programmazione si è riflesso, giocoforza, sul rapporto pubblico-privato, che a Forlì ha storicamente consentito una fruizione diffusa e accessibile di produzioni culturali dei più vari ambiti, grazie a un tessuto associativo e professionale diversificato e con solide relazioni ben oltre il territorio provinciale, quando non internazionale, che nel tempo ha prodotto esempi egregi di progetti e attività pubbliche, dalle più tradizionali arti “classiche”, alle arti performative, alla musica, a festival, alla formazione sin dalle scuole» commentano Flavia Cattani, Federico Morgagni, Riccardo Helg e Matteo Zattoni, candidati consiglieri lista Partito Democratico.
«È a partire dall’ascolto e dal confronto con questi soggetti, che in questi mesi abbiamo incontrato insieme al nostro candidato sindaco Graziano Rinaldini, che vogliamo richiamare l’attenzione sulla gestione delle politiche culturali comunali, nel quadro generale della programmazione dei fondi e delle azioni di sviluppo del settore, nel rispetto delle specificità dei diversi segmenti e dei bisogni, differenziati, dei professionisti, delle realtà amatoriali e, non ultimo, del pubblico. La futura Amministrazione non potrà sottrarsi dall’affrontare in modo organico una programmazione culturale integrata, fra l’attività comunale e quella di soggetti privati e associativi e nei diversi ambiti culturali. Sarà necessario riflettere sull’uso di bandi come le triennali, che dovranno essere concepite come strumenti per lo sviluppo di una programmazione di medio periodo in favore dei soggetti culturali strutturati insediati sul territorio, sulla ricerca e la destinazione di nuovi finanziamenti regionali, nazionali ed europei e sulla definizione di modelli di gestione dei contenitori cittadini. Per farlo, si dovranno rivedere i criteri di accesso e le procedure di selezione, premiando progetti di qualità, innovativi, capaci di svolgere anche azioni di inclusione sociale» insistono i Dem.
«La nuova Amministrazione dovrà creare le condizioni a sostegno delle vocazioni-identità culturali e artistiche operanti e potenziali, favorendo luoghi e spazi di aggregazione e socializzazione: pensiamo al rapporto tra centro storico e cultura. Il progetto di rilancio del centro, area strategica e privilegiata per la socialità e la partecipazione, deve prevedere l’integrazione del teatro, dei musei, di Ex-Atr, del Campus universitario, della Fabbrica della Candele, dell’ex Santarelli e, in prospettiva, dell’Ex Eridania e della Ripa. Una visione di lungo periodo non potrà prescindere dal recupero di pratiche partecipative e di progettazione condivisa, attraverso tavoli e luoghi di confronto preventivo che consentano all’amministrazione di cogliere i bisogni dei soggetti interessati e di fare rete, a livello interistituzionale e con gli operatori della cultura. Chi fa cultura ha grande difficoltà a sostenere la propria azione, in modo coordinato e con una prospettiva di “continuità di impresa”. Per questo motivo, per il consolidamento delle imprese culturali, il pubblico deve essere informato, attraverso una comunicazione pubblica efficace e infrastrutture idonee e accessibili: luoghi attrezzati per operatori e pubblico, trasporti pubblici, parcheggi, aree pedonali protette. Come candidati del Partito Democratico crediamo fermamente nel valore educante della cultura, da svolgere insieme e in relazione con scuola e università, nella sua funzione strategica di strumento di inclusione e aggregazione nei contesti urbani e nella sua capacità di agire come volano economico integrandosi col turismo» concludono.