In un’epoca dominata dalla digitalizzazione e dal consumo di contenuti online, gli abbonamenti a servizi di streaming video, musica e giochi sono diventati una spesa fissa per molte famiglie. Un recente studio intitolato “Subscription Wars: Super Bundling Awakens Europe”, commissionato dal gruppo fintech Bango e condotto dalla società 3Gem, ha infatti messo in luce l’impatto economico di questi abbonamenti evidenziando un notevole aumento di spesa un po’ in tutti i Paesi. L’indagine, che ha coinvolto 5.000 utenti in Europa, tra cui 1.000 italiani, rivela che mediamente un cittadino europeo spende 696 euro all’anno per accedere a questi servizi, per un costo mensile complessivo che sfiora dunque i 60 euro.
Spesa in aumento: un fenomeno europeo
Che i servizi di streaming siano ormai dominanti nell’ambito dell’intrattenimento digitale non è più una sorpresa. Gli ultimi anni hanno infatti visto crescere notevolmente la qualità e la quantità delle piattaforme specializzate, con un conseguente interesse generalizzato verso i contenuti proposti dalle società di settore, considerati più interessanti di quelli dei media tradizionali e più facili da seguire, trattandosi di prodotti on demand visibili in qualsiasi momento. L’uso dello streaming, d’altronde, si è affermato anche in altre industrie, come quelle della musica e dei videogame, con questi ultimi che, per esempio, hanno registrato un vero e proprio boom di giochi MOBA, casino online e poker room digitali, come quella di PokerStars che permette a tutti di accedere agli eventi più prestigiosi sfruttando i cosiddetti Power Path con apposite opzioni di buy-in.
Ritornando allo streaming video, il rapporto evidenzia in particolare come i consumatori britannici siano quelli che spendono di più, con una media di 814 euro annuali, seguiti dai francesi (780 euro), dagli spagnoli (720 euro) e dai tedeschi (684 euro). Gli italiani si trovano invece poco al di sotto della media europea, con una spesa annuale di circa 600 euro. C’è da dire, però, che gli stessi costi sono aumentati anche a causa dei recenti rincari di piattaforme popolari come Netflix e Disney+, che da un lato hanno portato il 42% degli abbonati a cancellare almeno un servizio nell’ultimo periodo, con un picco del 48% in Italia, e dall’altro hanno aumentato i ricavi delle varie società.
Il ritorno degli spot pubblicitari
Se c’è qualcosa che gli utenti apprezzavano particolarmente delle piattaforme di streaming, questa era l’assenza di spot pubblicitari all’interno dei programmi, spesso considerati troppo frequenti e invadenti sui canali televisivi in chiaro. In realtà, negli ultimi tempi molti operatori hanno rivisto questa politica, nell’ottica di aumentare gli introiti pur senza eccedere nelle interruzioni: ecco dunque il ritorno degli spot anche sulle principali app e piattaforme, una scelta che non tutti però hanno visto di buon occhio.
Il 76% degli europei ritiene che i servizi a pagamento dovrebbero essere privi di pubblicità, ma non manca un 31% di utenti che invece è passato a un piano più economico che include gli annunci. Si attesta al 26% invece la percentuale di coloro che hanno optato per un upgrade per evitarli del tutto. I più intolleranti verso la pubblicità risultano essere gli spagnoli, con l’81% che si dichiara contrario e il 31% che ha annullato abbonamenti per questo motivo.
Piattaforme all-in-one: una soluzione alla complessità di gestione
Con la crescente complessità nella gestione di molteplici abbonamenti e fatture, emerge un forte desiderio di semplificazione da parte degli utenti. Il 58% degli intervistati ha espresso infatti la necessità di una piattaforma all-in-one che possa riunire tutti i servizi in un unico hub di contenuti, gestito attraverso una sola fattura mensile, una soluzione che riscuote un particolare interesse soprattutto in Spagna, dove il 67% degli abbonati vorrebbe una gestione centralizzata dei propri servizi, e in Germania, dove il 27% paga per servizi non utilizzati.
L’indagine di Bango evidenzia insomma come il panorama degli abbonamenti digitali sia in piena evoluzione, influenzato sia dalle dinamiche di mercato che dalle preferenze dei consumatori. Sebbene gli aumenti dei prezzi e la presenza di pubblicità siano cause di frustrazione generalizzata, in realtà l’interesse per i contenuti digitali rimane alto. Le famiglie europee, nonostante le spese crescenti, non intendono rinunciare ad avere almeno un abbonamento attivo, ricercando al contempo soluzioni che offrano un’esperienza più fluida e gestibile. Proprio il trend verso piattaforme all-in-one potrebbe rappresentare una risposta efficace alle esigenze dei consumatori, migliorando l’accessibilità e la convenienza nell’utilizzo di molteplici servizi digitali.