Venerdì 20 settembre, alle ore 17,00 alla Biblioteca Gino Bianco Fondazione Alfred Lewin in via Duca Valentino 13/A a Forlì presentazione del libro “Solo” di Riccardo Nencini (Mondadori). Con l’autore dialoga Marina Cattaneo vice presidente Fondazione Kuliscioff. Accesso libero, fino a esaurimento posti.
Giacomo Matteotti nasce a Fratta Polesine il 22 maggio 1885 da famiglia di agiati proprietari terrieri. Il Polesine era una delle zone italiane più povere, con una popolazione di contadini e braccianti spesso costretta a emigrare per sfuggire a condizioni di vita miserabili. È in questo ambiente degradato che Giacomo sviluppò una sensibilità politica e morale che lo portò ad iscriversi giovanissimo al Partito Socialista e a impegnarsi nell’attività politica e sindacale. Eletto deputato nel 1919 si impose all’attenzione generale per i suoi interventi alla Camera, per il rigore con cui smascherava i trucchi nelle leggi di bilancio. È tra i pochi ad avere una visione politica internazionale; sostiene la creazione degli Stati Uniti d’Europa, intravede nella politica troppo punitiva nei confronti della Germania conseguenze nefaste.
Matteotti aveva la figura di uomo di stato dotato di coraggio e capacità di governo: per Mussolini una minaccia, una voce da ridurre al silenzio. Nel gennaio del 1924 pubblica “Un anno di dominazione fascista”, scritto che contiene una dettagliata denuncia, oltre che degli atti di violenza squadrista, soprattutto dello stato economico, finanziario e sociale dell’Italia. Rieletto nel 1924 con 24.000 preferenze, nella seduta inaugurale del nuovo parlamento del 30 maggio pronuncia un memorabile intervento denunciando il clima di violenza e illegalità in cui si erano svolte le elezioni, delle quali chiese l’annullamento. Il 10 giugno Mussolini viene accontentato: cinque sicari attendono Matteotti fuori da casa. Lo sequestrano, lo uccidono e ne nascondono il corpo che sarà rinvenuto solo due mesi dopo, il 16 agosto 1924.