Pestelli: «Ora un piano a lungo termine dove la collina è la chiave per la difesa del territorio»

Luca Pestelli FDI

Ora è il momento di trasmettere solidarietà concreta e concentrarsi sulle necessità delle comunità locali colpite dell’alluvione. Ma prevenzione e manutenzione sono la chiave per evitare momenti drammatici come quello che la Romagna è tornata a vivere in questi giorni. E per farlo serve una pianificazione a medio-lungo termine, a partire dalla gestione del territorio collinare, che la Regione ha spesso dimenticato. L’emergenza, prima che gestita, andrebbe evitata: su questo fronte, purtroppo, siamo in ritardo di decine di anni”, commenta Luca Pestelli, candidato per Fratelli d’Italia alle prossime elezioni regionali.

Ho vissuto l’esperienza dell’alluvione del maggio 2023 da amministratore di Forlifarma, curando insieme alla rete delle Farmacie Comunali e a Federfarma l’approvvigionamento dei farmaci in favore dei cittadini ospitati nei centri di accoglienza o isolati a causa dei danni alla rete viaria, e toccando con mano le drammatiche situazioni di difficoltà che la città di Forlì stava vivendo. Dal settore socio-sanitario possiamo trarre un’importante lezione: è meglio prevenire che curare. La gestione idrogeologica del territorio – spiega Pestelli – non può limitarsi a ciò che accade a valle. Le casse di espansione sono utili e necessarie, ma la cura dei fiumi parte dalle sorgenti, dalla collina, che purtroppo è stata abbandonata per anni dalla Regione. Proprio alla Regione Emilia-Romagna infatti fanno capo le migliaia di ettari della zona ex Arf, nell’Appennino. L’Ufficio Forestale di Santa Sofia, che per anni si è occupato di manutenzione forestale, è stato nel tempo fortemente destrutturato. Perché la Regione ha trascurato un elemento così importante del sistema di prevenzione del rischio idrogeologico?

«Le dighe di tronchi che tutti abbiamo visto sono la dimostrazione che un approccio ideologico all’ambiente provoca disastri – prosegue – e l’idea che la natura debba governarsi da sé è pericolosa, oltre che anti-scientifica. La Regione Emilia-Romagna, in questo anno, non ha dimostrato di aver capito qual è la direzione giusta: basti pensare che ha investito meno del 25% dei fondi stanziati dal Governo per la pulizia dei fiumi”. Anche i privati, secondo l’esponente di FdI, potrebbero giocare un ruolo chiave nella protezione del territorio “a patto che si permetta loro di intervenire, cosa ora resa impossibile dalla burocrazia. Va semplificato l’iter per ottenere l’assenso ai lavori di pulizia di fiumi e torrenti da parte di categorie, come gli agricoltori, che in collina sono la prima linea di difesa del territorio».

Così come la normativa legata alle arature dei terreni, che comporterebbe maggiore capacità di trattenere l’acqua, radicalmente inadatta alle tempistiche delle zone collinari e montuose Un errore, perché terreni arati hanno una capacità maggiore di trattenere l’acqua. L’ambientalismo ideologico ha già fatto abbastanza danni – conclude Pestelli -. La Regione dovrebbe aprirsi a una gestione del territorio orientata alla prevenzione e, soprattutto, che consideri la tutela della vita e dei beni dei cittadini il valore primario. Ricostruire è fondamentale ma, per non vivere mai più esperienze drammatiche come quelle degli scorsi giorni, serve un cambio di passo”.

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