«Da qualche mese sono preso di mira per la mia candidatura al Consiglio comunale di Forlì nelle ultime elezioni di giugno. La prima volta sono stato attaccato brutalmente su un social con frasi razziste, perché palestinese e immigrato. Per tutelarmi ho presentato una denuncia alla Procura della Repubblica nella quale nutro totale fiducia. Ero convinto che con la mia denuncia, diffusa pubblicamente, la questione sarebbe finita ma purtroppo così non è stato. Ieri un amico mi ha segnalato che i miei manifesti elettorali sono stati strappati nelle zone di Vecchiazzano e Carpinello» è il commento di Milad Jubran Basir di Alleanza Verdi e Sinistra di Forlì.
«Ho subito pensato a un metodo intimidatorio collegato all’atto precedente. Si preferisce esprimere intolleranza in forma violenta verso idee differenti, verso cognomi stranieri, verso il colore della pelle a cui non siamo abituati, verso le donne, verso chi dichiara pubblicamente identità di genere non cisgender. Per alcuni individui sono validi solo profili politici bianchi, in prevalenza maschi, ricchi, omologati a una visione semplicistica del mondo. Visione che, per fortuna, non corrisponde alla ricchezza delle persone che ci vivono attorno» insiste Basir.
«Contro questa cultura intollerante ha senso l’impegno sociale e politico, ha senso presentarsi in una campagna elettorale, ha anche senso accettare che qualche manifesto venga strappato. È la ricchezza delle relazioni umane che si innescano in un percorso politico costruito sulla solidarietà e l’accoglienza delle differenze, che non può e non deve essere cancellata. Questa è la politica con la P maiuscola. La politica a favore del progresso e contro ogni discriminazione» conclude Milad Jubran Basir.