Palazzo Hercolani, sede di Unieuro, si apre alla città

corte interna Palazzo Hercolani

Venerdì 15 novembre Gabriele Zelli condurrà due visite guidate a Palazzo Hercolani, prestigioso palazzo storico in via Maroncelli 10, ora sede di Unieuro. L’inizio delle visite è previsto per le ore 14,30 e per le 15,30 con un numero massimo di 25 partecipanti per gruppo. Prenotazione obbligatoria via WhatsAapp: 3311040192 entro le ore 20,00 di giovedì 14 novembre, che verrà confermata tramite la stessa applicazione di messaggistica. Per informazioni telefonare a Gabriele Zelli: 3493737026. La partecipazione è gratuita e la visita si svolgerà anche in caso di pioggia. Un ringraziamento va alla dirigenza di Uniero che ha reso possibile l’iniziativa. L’evento è inserito come anteprima in “Particolari” progetto di quartiere organizzato dall’Associazione Idee In Corso in collaborazione con Regnoli 41, che vedrà nelle giornate del 16 e 17 novembre l’apertura a cittadini di abitazioni, botteghe e luoghi di lavoro del centro storico.

Palazzo Hercolani è appartenuto fino al 1844 all’omonima nobile famiglia, le cui antichissime origini sono attestate sin dal XIII secolo dalla presenza dei nomi di alcuni componenti nelle cronache forlivesi. L’edificio, che come appare oggi è il risultato dell’accorpamento di tre diversi immobili, venne ceduto dal conte Fabrizio Hercolani al conte Sesto Matteucci, il quale diede avvio a un massiccio intervento di restauro che preservò la struttura originaria. Nel 1866, Vittoria Matteucci (figlia di Sesto), sposò Filippo Guarini e dal loro matrimonio nacquero sei figli. Nel 1946 il palazzo, fortemente danneggiato a causa della guerra, fu venduto dalla contessa Maria Acquaderni, vedova Guarini, alla Società Cooperativa “Carlo Marx” e divenne sede della Federazione della Lega delle Cooperative di Forlì-Cesena e di altri importanti sodalizi cooperativi. Negli anni Novanta del secolo scorso furono eseguiti importanti lavori di restauro che, diretti dall’architetto Alberto Bacchi e su impulso di Assicoop Romagna proprietaria dell’immobile fin dal 1985, hanno coinvolto l’intero complesso e hanno fornito a Palazzo Hercolani l’attuale configurazione. La facciata principale è dominata da cornici decorative che delineano i diversi ordini di finestre; dall’ingresso principale si accede all’androne dell’edificio e, da qui, al suggestivo cortile interno a pianta quadrangolare, delimitato da un porticato con cinque archi a tutto sesto su pilastri di laterizio.

Durante i lavori dietro a un’intercapedine murata fu rinvenuta un’importante opera realizzata nel 1869 dal pittore forlivese Pompeo Randi: La Beata Vergine del Fuoco con i Santi Mercuriale, Pellegrino, Marcolino e Valeriano. L’affresco è di particolare interesse in quanto sullo sfondo lascia intravedere un’immagine di Forlì dopo l’Unità d’Italia. Il dipinto, che evoca gli stilemi della grande pittura forlivese del Cinquecento, simula una pala d’altare ed è collocato sulla parete di fondo di quello che doveva essere un piccolo oratorio interno al palazzo.

Le altre opere conservate all’interno e giunte fino a noi pressoché integre (dipinti, stucchi e fregi) sono riconducibili alla metà dell’Ottocento, periodo di massimo splendore del palazzo. Da segnalare, su una parete in una sala al pianterreno, la presenza di una rappresentazione dell’Italia: una figura femminile con elmo e corona di alloro, vestita col tricolore e con uno scudo sul quale è posto lo stemma della famiglia Guarini Matteucci; ai suoi piedi è raffigurata una veduta di Forlì di fine XIX secolo, nella quale si stagliano alcuni edifici simbolo della città, come il Duomo e la Torre civica.

Illustre esponente della famiglia Hercolani, a cui è intitolato il palazzo, fu Cesare, capitano di ventura di simpatie ghibelline. Il condottiero militò sotto le insegne imperiali e acquisì una discreta fama per aver preso parte e contributo in maniera determinante al successo nella battaglia di Pavia (1525), combattuta tra i soldati francesi e imperiali che portò alla cattura di re Francesco I di Francia (1494-1547). L’imperatore Carlo V d’Asburgo (1500-1558), riconoscente per l’azione di Cesare Hercolani, lo nominò barone e gli concesse numerosi privilegi. Divenuto personaggio oltremodo scomodo da parte avversa, nel 1534, fu, assassinato a Forlì da un commando di sicari guelfi.

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