“Si tratta senza dubbio di un passo importante per frenare l’espansione incontrollata dei predatori come il lupo, sempre più presenti nei nostri territori. Le numerose segnalazioni ricevute ne confermano l’impatto crescente, specialmente quando attaccano allevamenti e bestiame. Confagricoltura, in più occasioni, aveva sottolineato la questione, facendosi portavoce sia delle preoccupazioni degli agricoltori, spaventati dagli attacchi a greggi e allevamenti, sia delle istanze delle comunità locali”. Con queste parole, Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, ha commentato la decisione del Comitato permanente della Convenzione di Berna di modificare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. Si tratta, di fatto, di un declassamento della specie.
“Da tempo – prosegue Carli – si chiedeva una presa di posizione efficace per tutelare le attività del settore primario. Questo comparto non solo presidia il territorio, ma è un rilevante comparto economico, strategico per il nostro Paese e il nostro territorio, fonte di reddito per tante famiglie. Con questa decisione, il lupo rimane una specie protetta e tutelata, ma si introduce un equilibrio più ampio che tenga conto di tutte le attività in gioco, compresa quella agricola”.
La delibera entrerà in vigore il prossimo 7 marzo. Successivamente, l’Unione Europea potrà aggiornare i corrispondenti allegati della Direttiva Habitat. Nello specifico, la Commissione proporrà una modifica legislativa che dovrà essere adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Una volta completato questo iter, ogni Paese avrà così maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni locali di lupo.