“Il secolo è mobile” alla Sala San Luigi

sala San Luigi

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, mercoledì 11 dicembre, alle ore 21,00, il Teatro San Luigi di Forlì, in via Luigi Nanni 14, presenta lo spettacolo di Gabriele Del Grande, “Il secolo è mobile”, proposto dal Centro per la Pace di Forlì in collaborazione con l’amministrazione locale e il gruppo 225 di Amnesty International. Un monologo multimediale ispirato ai testi dell’omonimo libro e accompagnato da foto e video d’archivio di un intero secolo di storia. L’obiettivo è raccontare la storia delle migrazioni, vista da una prospettiva futura e cercare di risvegliare la coscienza collettiva proponendo una soluzione visionaria.

La tematica delle migrazioni ha rilevanza tanto odierna, quanto antica. Oggi si sente parlare spesso di migranti, di sbarchi, di naufragi; parole queste che al giorno d’oggi fanno subito pensare a un’immigrazione clandestina. Infatti, negli ultimi trent’anni hanno attraversato il Mediterraneo più di 3,5 milioni di viaggiatori senza visto, mentre altri 50 mila corpi giacciono tuttora sul fondale marino. Tuttavia l’immigrazione non è sempre stata così: cent’anni fa era molto più libera e visti e permessi erano decisamente più rari. Nel corso del secolo scorso, con l’introduzione dell’odierno passaporto e con la stipulazione di trattati internazionali, il fenomeno migratorio iniziò ad essere controllato da norme, più o meno restrittive, che avevano come obiettivo la regolarizzazione di fenomeni migratori. Tuttavia, quest’ultimi sono difficilmente influenzabili e controllabili, tant’è che l’evidenza empirica ci dice come queste normative abbiano effetto solo nel breve periodo in termini di partenze. Il risultato è però un impatto profondo e di lunga durata sui diritti e sulla qualità della vita di chi migra.

In Europa, con l’introduzione dello spazio Schengen del 1985, l’immigrazione ha subito un cambiamento radicale: sono stati rafforzati controlli alle frontiere esterne e sono state introdotte misure di compensazione dell’assenza di controlli interni in settori quali i visti, la cooperazione di polizia e i rimpatri. Tutto ciò ha contribuito a far si che la parte dei migranti più povera, per giungere alla destinazione di arrivo, si rivolgesse al mercato nero. E sono proprio le immagini del mercato clandestino che colleghiamo al fenomeno migratorio, pericoloso e brutale.

Gabriele del Grande farà immergere lo spettatore nella storia dell’immigrazione e ne intreccerà le vicende con quelle dell’emigrazione e, al contempo, contrapporrà i fantasmi del passato suprematista europeo a uno sguardo cautamente ottimista del futuro, tramite un viaggio per immagini e parole. Ingresso: 10 €.

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