![Pronto Soccorso Forlì](https://cdn.4live.it/wp-content/uploads/2020/12/30151817/Pronto-Soccorso-Forl%C3%AC.jpg)
L’avventura dei Cau, i centri di assistenza e urgenza nati con l’obiettivo di alleggerire il carico di pressione dei codici minori nei Pronto Soccorso, sembrerebbe essersi già esaurita. La riforma della sanità territoriale avviata per volontà dell’ex assessore regionale, Pierluigi Donini, infatti, si scontra con il cambio di passo della Regione dopo l’insediamento del neo Presidente, Michele De Pascale, e del nuovo assessore, Massimo Fabi.
“Tre mesi per valutare l’efficacia di quelli esistenti e nel frattempo stop ai cantieri per la realizzazione di quelli nuovi. Le parole dell’assessore Fabi tracciano una linea netta tra il prima e il dopo la riforma, ponendo sul piatto la questione dei nuovi Cau, quelli che avrebbero dovuto vedere la luce in questi mesi”. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Massimiliano Pompignoli, si interroga sulle ripercussioni che, a livello locale, provocherà il passo indietro della Regione Emilia Romagna sui Cau.
“Mi riferisco in particolare a quello di Forlì che, secondo le ultime indicazioni della direzione generale ospedaliera, sarebbe dovuto sorgere nella parte posteriore del padiglione Allende. Uso il condizionale perché a questo punto, dopo le parole di Fabi, le probabilità che il Cau veda la luce a Forlì sono davvero molto scarse. Cosa che, al di là dell’efficacia o meno di questo strumento, ci pone di fronte alla necessità di capire come verrà concretamente affrontato il problema del sovraffollamento del nostro Pronto Soccorso e, più in generale, la gestione dei codici minori. Credo che la città, i forlivesi ma anche tutti gli altri cittadini del comprensorio, debbano sapere se effettivamente, come sembra, non ci sarà nessun Centro di assistenza urgenza a Forlì e in che modo si intendono affrontare le sfide sanitarie, organizzative e gestionali del nostro ospedale, con un occhio di riguardo a chi ci lavora tutti i giorni con grande sacrificio”.
“Le criticità ci sono e vanno affrontate, e dopo l’avvio in pompa magna del progetto targato Donini, prossimo al tramonto, bisogna capire quali strumenti verranno messi in campo per potenziare e migliorare le performance del Pronto Soccorso forlivese. È per questa ragione che chiedo a Mattia Altini, da poco alla guida della direzione ospedaliera del Morgagni-Pierantoni, di venire a riferire su questi e altri aspetti in terza commissione. Confido nella sua indiscussa professionalità e sensibilità – conclude Pompignoli – e nelle capacità manageriali che ha maturato in questi anni. I bisogni socio sanitari della nostra comunità sono in continua evoluzione. Ciò che serve sono impegni concreti per rispondere a esigenze mutevoli ma reali”.
“Il sistema dei CAU si è dimostrato inadeguato come servizio di medicina d’urgenza e insufficiente in qualità di investimento sulla medicina territoriale”. A parlare è il consigliere regionale Luca Pestelli (Fratelli d’Italia), rispondendo ai recenti interventi dell’assessore alle politiche per la salute, Massimo Fabi, sulla carta stampata.
“L’assessore Fabi – spiega Pestelli – ha individuato la mancata verifica dell’appropriatezza delle prescrizioni come principale causa dei problemi legati alle liste di attesa. Da tempo sosteniamo che questo sia il grande limite dei CAU. Ora la Regione sta cominciando a rendersi conto che l’attuale sistema strutturale va superato a vantaggio di un contesto sanitario integrato, che favorisca la presa in carico del paziente e che porti gli specialisti anche nelle zone periferiche. Bisogna investire per eliminare i costi sociali: il servizio sanitario deve raggiungere i cittadini, non farsi rincorrere”.
“Le dichiarazioni uscite – prosegue Pestelli – sconfessano inequivocabilmente la politica sanitaria adottata dall’ex presidente della Regione, Bonaccini. Servono cambiamenti decisivi. Vanno potenziati la diagnostica e i servizi di prevenzione; si investa su medicina territoriale e farmacia dei servizi, sul rapporto fiduciario dei cittadini con gli operatori sanitari e si consenta un approvvigionamento di farmaci più capillare e non accentrato. Negli ultimi anni, all’Emilia-Romagna è mancata la visione complessiva del percorso sanitario: in questo modo sono aumentati i costi sociali, che poi hanno avuto ricadute sui cittadini anche sul piano economico. Il modo migliore per risparmiare nella fase clinica è investire sulla prevenzione. L’aspetto che mi preoccupa di più delle dichiarazioni dell’assessore Fabi, però, è l’annuncio trionfalistico dell’aumento delle prestazioni sanitarie effettuate. La qualità del servizio non si conta sul piano numerico, ma si valuta: il paziente non deve essere considerato come un numero. A questa visione distorta occorre dare un taglio netto e immediato”.