Abbagli

l'abbaglio

Sono passati oltre 65 anni da “La Grande Guerra” di Monicelli, e il dispositivo narrativo si ripete, questa volta nel contesto patriottico del 1860. Là finiva in tragedia (una tragedia che riscattava la vigliaccheria), qua a dominare è piuttosto un retrogusto sarcastico, che pone in primo piano, secondo una tradizione sicilianissima, l’immutabilità della natura umana, nonostante le nobili pulsioni a migliorarla. Nulla di nuovo.

Ma il film è costruito con un certo equilibrio, funziona e diverte. Certo, nel 1959-60 Monicelli fu aspramente criticato perché la sua fu giudicata un’opera antipatriottica (e a noi viceversa oggi sembra tutt’altro). Penso a che cosa avrebbero potuto scrivere i recensori di allora de L’Abbaglio. Un ottimo oggetto di riflessione per tutti coloro che credono basti evocare i termini di “patria” e di “nazione” per risuscitarne automaticamente lo spirito antico.

Roberto Balzani

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