
“I lavori della Terza Commissione consiliare stanno mettendo a fuoco quello che si è rivelato il problema dei problemi, ovvero l’emergenza casa in città – afferma Carla Lodi referente locale del Popolo della Famiglia -. Oltre alle famiglie e ai lavoratori che vengono da fuori Forlì e cercano un tetto da mettere sulla testa, ci sono migliaia di studenti universitari fuori sede, che sono alle prese con lo stesso problema. L’offerta che possono vantare Comune e Università copre in minima parte la domanda, nonostante il massimo sforzo messo in campo, così che agli studenti esclusi da graduatorie e benefici non resta che cercare in autonomia una soluzione abitativa.
“A differenza delle famiglie – prosegue Lodi – quello che cercano i giovani universitari non è una casa da abitare stabilmente, ma una camera dove dormire e studiare, con l’uso di bagno e cucina. Spesso le lezioni sono anche pomeridiane e i ragazzi rimangono fuori a pranzo, per cui i tempi di effettiva permanenza negli appartamenti si riducono notevolmente. Una città universitaria come Forlì, con un Campus che attira nuovi iscritti ogni anno, deve dimostrarsi all’altezza della situazione e attivarsi per trovare soluzioni praticabili di lungo respiro e, perché no, anche creative, visto che il “problem solving” è una capacità tutta italiana, per la quale siamo famosi e ricercati nel mondo”.
“Istituzioni e politica hanno il compito di dare delle risposte e noi, come Popolo della Famiglia, vogliamo suggerire una strada, partendo da quello che già c’è. Forlì dispone di una ricchezza e di una risorsa forse non ancora considerate per quello che possono rappresentare: il capitale umano costituito dagli anziani soli, ancora attivi e autonomi nelle loro abitazioni. Molti di loro sono ancora ben inseriti nella società, ma vivono in solitudine con meno stimoli e interessi di un tempo, magari perché pensionati da molti anni o perché rimasti vedovi, e spesso occupano la metà effettiva della superficie degli appartamenti che abitano. Mettere, da parte loro, a disposizione dei giovani universitari le camere rimaste vuote, potrebbe essere una soluzione semplice, ma ricca di vantaggi per tutti: per gli studenti, che avrebbero così un alloggio al giusto prezzo e un tramite diretto con la storia e la tradizione della città; per gli anziani, che godrebbero di una maggiore sicurezza economica e della possibilità di sentirsi utili e attivi, con lo stimolo una compagnia giovane che li aiuti non perdere il contatto con il mondo e i suoi cambiamenti; per l’Università, che darebbe un valore aggiunto alla sua offerta e garantirebbe l’opportunità di una concreta interazione con il contesto urbano circostante; infine, per l’Amministrazione della città, che avrebbe la possibilità di dare risposte immediate e durature alla fame di alloggi degli studenti, nonché di realizzare un progetto intergenerazionale unico e virtuoso in grado di rigenerare il proprio tessuto sociale aumentando il grado di soddisfazione dei suoi abitanti” insiste Lodi.
“Oltre a venire incontro a un bisogno reale, infatti, i vantaggi sarebbero molteplici anche in altri ambiti nevralgici, basti pensare alla possibilità di invertire lo spopolamento del centro storico, con tutte le opportunità di crescita economica e sociale che ne deriverebbero, o al processo virtuoso che l’incontro tra generazioni può favorire, come l’arricchimento umano reciproco e lo scatto di una connessione sentimentale tra i cittadini di lunga data e i nuovi forlivesi di adozione, anche se temporanea. Non dimentichiamo che mantenere il più a lungo possibile gli anziani nelle loro case sarà sempre più una necessità, considerato l’invecchiamento della popolazione e la conseguente condizione di minore autonomia in cui verranno a trovarsi. Tra l’altro – conclude Lodi – ultimo vantaggio non meno importante, sottraendo la fetta degli universitari fuori sede al mercato immobiliare, si libererebbero più appartamenti per le famiglie in cerca di casa. La strada che come Popolo della Famiglia indichiamo è praticabile fin da subito con un’azione di concerto svolta dal Comune, comprensiva di studio di tutte le garanzie e degli accorgimenti del caso, che coinvolga attivamente i cittadini anziani, da individuare e sensibilizzare, e che si interfacci con l’Università, perché faccia da tramite con gli studenti. Crediamo che in questo modo Forlì potrebbe segnare un altro punto importante nel cammino di innovazione intrapreso a vari livelli dalla nuova Amministrazione“.