Garante detenuti. Le opposizioni: “Il centrodestra abbandona l’aula”

Carcere di Forli

«Senza nemmeno discutere la mozione riguardante il garante per i cittadini privati delle libertà personali, tutta la maggioranza, a eccezione del consigliere Damiano Bartolini, lascia l’aula facendo mancare il numero legale. La mozione chiedeva all’amministrazione di iniziare il percorso per l’istituzione di un garante a tutela delle persone detenute nella casa circondariale forlivese. Questa figura, già presente a livello nazionale, regionale e anche in quasi tutti i comuni capoluogo della nostra Regione, ha il compito di collaborare con le istituzioni per tutelare i diritti dei detenuti e favorire processi rieducativi che, statistiche alla mano, quasi azzerano i casi di recidiva tra le persone che hanno scontato una pena. L’idea di presentare la mozione era nata all’indomani della visita della casa circondariale di Forlì da parte dei gruppi consiliari avvenuta il 18 marzo scorso. Pur avendo rilevato una situazione dignitosa, anche in rapporto alle condizioni disagiate e di forte sovraffollamento che caratterizzano molti istituti penitenziari del nostro Paese, come gruppi di minoranza abbiamo ritenuto che l’introduzione della figura del garante potesse comunque risultare d’aiuto nella gestione delle attività della struttura e nel miglioramento delle condizioni dei detenuti» si legge in una nota del PD, M5S, AVS, RF.

«La maggioranza, cui la mozione era stata consegnata 5 settimane fa sollecitando la più ampia adesione, ha invece abbandonato l’aula millantando una mancata condivisione del testo, della quale non sono però state fornite le motivazioni. Siamo convinti che molti consiglieri di maggioranza avrebbero voluto votare questa mozione, ma siamo amareggiati per la mancanza di coraggio nel discostarsi dalla linea imposta ancora una volta dall’estrema destra di Fratelli d’Italia, con il suo approccio incurante per i più deboli e i loro diritti. Non ci sorprende però questo atteggiamento, visto che ieri in Consiglio ci è stato impedito addirittura di unirci, con un breve intervento, alle parole pronunciate dal sindaco in apertura della seduta in memoria di Papa Francesco, un pontefice peraltro fortemente impegnato proprio sul fronte dei diritti dei detenuti, al punto da essersi recato a visitare il carcere di Regina Coeli solo pochi giorni prima della sua morte, gravemente malato. Quanto accaduto in Consiglio è un fatto grave, espressione di un atteggiamento chiuso e antidemocratico. Chiediamo quindi al sindaco Zattini di intervenire per prendere le distanze dalle posizioni estremiste e radicali rappresentate dai consiglieri FdI e chiarire, con parole nette, che il Comune di Forlì è ancora e sempre dalla parte dei diritti e delle persone più fragili» concludono i gruppi consiliari di minoranza.

«La mancata approvazione della mozione per avviare l’iter di istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, così come l’atteggiamento della maggioranza in Consiglio comunale, rappresentano purtroppo un’occasione persa per la città di Forlì. Proprio nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità di visitare la casa circondariale di Forlì insieme al collega Luca Pestelli, delegato dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa per i rapporti con il Garante regionale. È stata un’occasione preziosa per approfondire, insieme alla Direttrice della struttura, alla Comandante della polizia penitenziaria e alla Direttrice di Techne, le esperienze già in atto e i progetti di inserimento socio-lavorativo e di sviluppo delle competenze professionali dei detenuti» è il commento della consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Ancarani.

«Si tratta di percorsi attivi da anni sul nostro territorio, grazie alla collaborazione tra istituzioni e una vasta rete di imprese, che rappresentano un modello per gli altri territori dell’Emilia-Romagna sede di istituti penitenziari. Durante la visita, abbiamo fatto anche il punto sull’avanzamento dei lavori del nuovo carcere, ribadendo quanto sia fondamentale, anche per Forlì, istituire la figura del Garante. Per questo, la posizione assunta dalla maggioranza in Consiglio comunale risulta ancora più incomprensibile. È necessario completare l’iter per istituire questa figura di garanzia e dialogo, che può solo rafforzare il prezioso lavoro di rete già esistente tra istituzioni, amministrazione penitenziaria e società civile. La politica ha il dovere di farsi carico di queste responsabilità, non di voltarsi dall’altra parte” conclude Ancarani.

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