
«La Pallacanestro Forlì 2.015 ed i soci della Fondazione si stringono attorno alla famiglia di Fabrizio Borra, con trasporto e sentito dolore, per la scomparsa di Fabrizio. Bresciano di origine ma forlivese d’adozione, Fabrizio Borra, il fisioterapista dei campioni, si è spento all’età di 64 anni nella prima mattinata dell’11 maggio. Da sempre legato allo sport dei grandi campioni, quali Alonso, Schumacher, Dovizioso, Cipollini, Bettini, Bob Mc Adoo, Maifredi, Briatore e Marco Pantani o vip dello spettacolo, come Jovanotti e Benigni, nel 2021 Fabrizio ha festeggiato l’oro olimpico del “paziente” Gianmarco Tamberi.
Nel 1990 l’amico Fabrizio Borra, luminare della fisioterapia e persona dal grandissimo spessore umano, preferì alla chiamata della Juventus la Pallacanestro Forlì, per la quale ancora oggi rappresenta un punto di riferimento con la sua struttura di riabilitazione e alla quale ha sempre dedicato la sua esperienza e capacità professionali di altissimo livello. Alla moglie Enia, ai figli Luca e Daniele e a tutta la famiglia Borra le più sentite condoglianze. Che la terra ti sia lieve, fai buon viaggio Fabrizio».
«Stamattina all’alba ci ha lasciato Fabrizio Borra, il “coach”. Siamo stati amici e lavorato insieme dal 1996, e fino a pochi giorni fa, finché è riuscito a stare in piedi ha tenuto in piedi me e tutti i suoi “atleti”. È stato un caposcuola indiscusso per fisioterapisti e allenatori, un innovatore che ha saputo fondere le conoscenze diverse per dare vita a un suo metodo che si differenziava in base alle caratteristiche psicofisiche di chi richiedeva il suo aiuto. Ha rimesso in forma campioni di ogni sport e di ogni arte perfomativa in cui il corpo è uno strumento che deve stare bene per esprimersi al meglio. Adesso i suoi ragazzi, Luca Borra e Dani Borra di Fisiology Center raccoglieranno l’eredità come Fabrizio avrebbe voluto. L’ultima volta che ci siamo parlati, pochi giorni fa, era contento perché sapeva che i suoi ragazzi, che lui ha formato, continueranno e sapranno perfino sviluppare il metodo. Prima di ammalarsi un anno fa stava lavorando a un libro per raccontare ai colleghi la sua esperienza con atleti campioni di ogni disciplina e persone di ogni tipo alle prese con situazioni spesso difficili da recuperare e corpi da riabilitare e da “accordare”. Ho voluto bene al coach, abbiamo passato momenti bellissimi insieme, nei momenti più importanti della mia vita, nei passaggi felici e in quelli difficili lui è sempre stato con me e con la mia famiglia. Abbiamo riso e pianto insieme, abbiamo sofferto e gioito insieme, mi ha aiutato a superare ostacoli e non abbiamo mai perso la leggerezza e la fiducia. Un abbraccio forte alla sua Enia in questo giorno in cui si festeggiano le mamme. Resta la sua lezione per tutti noi che lo abbiamo conosciuto e siamo stati aiutati da lui: testa alta e andare avanti , sorriso, accoglienza, umanità e studiare ogni giorno, il resto non lo decidiamo noi. Ciao “coach”, anche da parte della mia famiglia e di tutta la squadra dei nostri tour» il ricordo di Jovanotti nella sua pagina Facebook.