Zelli: «Non è vero che la presenza di Dante a Forlì è stata dimenticata»

Gabriele Zelli cultore storia locale

Apprendo con piacere che le amiche e gli amici dell’Associazione Metropolis hanno partecipato ai tavoli tematici per portare il loro fondamentale contributo alla candidatura di Forlì come Capitale Italiana della Cultura 2028. Tuttavia, nel tentativo di dare visibilità a questo insostituibile impegno, sono incorsi in una sgradevole inesattezza. In quella sede hanno infatti “rilanciato la proposta di evidenziare come merita, in ambito nazionale, il passaggio di Dante Alighieri a Forlì”, sottolineando che si tratta di “una presenza più volte dimenticata dalle guide storico/culturali regionali”.

A parte il fatto che non è chiaro a quali “guide storico/culturali regionali” si riferiscano, mi preme sottolineare – in qualità di coautore delle seguenti pubblicazioni: Forlì. Guida alla città (2012), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021) – che in questi volumi la presenza di Dante a Forlì è stata ampiamente documentata.

Si tratta di libri che hanno avuto, e continuano ad avere, un notevole seguito: sono stati messi a disposizione delle scuole, hanno generato decine e decine di visite guidate, sono stati utilizzati da Pro Loco e associazioni, e hanno dato vita a numerose iniziative sul territorio. È bene anche ricordare che tutto questo lavoro è stato realizzato senza alcun sostegno, né pubblico né privato, e che non è mai stato chiesto.

Qualcuno potrebbe ritenere che questo impegno editoriale e divulgativo sia privo di valore scientifico o storico. Se così fosse, lo si dica apertamente: per quanto mi riguarda, sarebbe uno stimolo a studiare ancora di più, e meglio, la storia di Forlì. Magari anche insieme alle amiche e agli amici dell’Associazione Metropolis.

Gabriele Zelli

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