
L’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato l’adeguamento della normativa edilizia regionale al decreto nazionale cosiddetto “Salva Casa”, entrato in vigore nelle scorse settimane. Una modifica obbligatoria, che la Regione ha affrontato con senso di responsabilità, introducendo tutti i correttivi possibili per evitare che la norma nazionale produca effetti distorsivi sul territorio.
“Non si è trattato di una semplice operazione tecnica – commenta la consigliera regionale Francesca Lucchi del Partito Democratico – ma di un lavoro politico necessario per difendere la qualità dell’abitare, l’autonomia della pianificazione urbanistica e la dignità dello spazio domestico. Il governo ha approvato un decreto che apre la strada a trasformazioni edilizie pericolose. La Regione Emilia-Romagna ha scelto di metterci mano, limitando i danni dove era possibile”.
Tra gli interventi principali: il mantenimento della competenza dei Comuni sulle trasformazioni urbanistiche, che devono rispettare la normativa di settore e gli strumenti urbanistici vigenti e il contrasto alla riduzione degli standard minimi abitativi che devono comunque garantire la qualità dell’abitare.
“Vivere in 20 metri quadrati o in stanze alte 2.40 metri – continua Lucchi – significa compromettere il benessere delle persone, in particolare quelle più fragili. Chi ci vivrà in quelle case? Noi non ci stiamo. In Emilia-Romagna la qualità dell’abitare è un principio, non un’opzione. E per questo abbiamo detto no agli aspetti più critici del decreto. Il tema casa si affronta con una pianificazione seria, che questo paese non fa più oramai da troppi anni, e non attraverso una legge spot senza visione”.
Colpisce la scelta delle opposizioni di centrodestra di abbandonare l’Aula al momento del voto. “Una decisione incomprensibile – conclude Lucchi –. Hanno preferito voltare le spalle a un provvedimento del loro stesso governo piuttosto che affrontare il merito delle scelte. Ancora una volta, la destra regionale si è dimostrata incapace di assumersi la responsabilità del governo dei territori. Noi invece continuiamo a lavorare per una Regione più giusta, più umana e più attenta alla qualità della vita delle persone. Necessaria ora una fase di informazione capillare sul territorio, che segue l’importante fase di confronto che ha caratterizzato l’ultimo periodo, con enti locali e professionisti, per garantire la continuità del servizio ai cittadini e la piena condivisione delle procedure“.