
«Ci sono notizie che mettono al centro dell’interesse del territorio romagnolo Predappio per alcune peculiarità. Si parla del potenziale degli scavi archeologici della villa romana di Fiumana (indiscutibilmente merito personale di Gori e della sua tenacia) con l’università di Parma che ne ha fatto un laboratorio didattico operativo. Si parla della necessità di riqualificare e mettere in sicurezza la strada principale della vallata da San Lorenzo in Noceto a Predappio. Si parla dello sfascio della Caproni. Finalmente si guarda la realtà e si pensa in prospettiva. I problemi non sono rinviabili e i primi a dovercene far carico dobbiamo essere noi, famiglie e persone che qui vivono. D’altronde il momento è proprio quello giusto perché siamo in piena ricorrenza del centesimo compleanno che, prima di tutto, deve portare a riflettere sul futuro. Allora ci chiediamo e chiediamo ai cittadini di Predappio: come vediamo la Predappio futura? Aspettiamo che il destino ci porti da qualche parte o pensiamo di aiutarci a raggiungere un obiettivo condiviso?» si domanda la lista civica Predappio Futura.
«Il singolare ritrovamento nella villa romana di Fiumana di un fregio antico raffigurante un grappolo d’uva fa emergere una domanda: dov’è il progetto di valorizzazione del Sangiovese e della filiera enogastronomica. Poi, giusto per aprire la riflessione, poniamo alcuni temi. Come tutelare e difendere i servizi per la comunità: sanità, sociale, lavoro, scuola/formazione, terza età, sicurezza, igiene urbana? Qual è il destino del borgo antico di Predappio Alta? È necessaria (secondo noi assolutamente sì) la predisposizione di una seconda linea di viabilità, soprattutto in chiave di sicurezza, per superare Predappio? Come dobbiamo progettare e programmare nel tempo la riqualificazione e la rifunzionalizzazione, (dando precedenza al valore sociale, comunitario e culturale), degli edifici in stato di degrado pubblici e privati? I principali esempi sono l’ex Casa del Fascio, le Officine Caproni, la Caserma, l’ex Cantina sociale. Reti e fonti per la telematica, la domotica e l’energia. Essere in rete in modo efficiente, continuativo e veloce non è più una novità ma è un bene primario per famiglie, imprese e istituzioni. La cura del territorio in ottica di rispetto ambientale e prevenzione, dalle aree lungo il Rabbi, alla viabilità, alle zone alte sempre più abbandonate. Come fare?» insiste PF.
«In queste considerazioni non c’è critica a nessuno ma, al contrario, una chiamata all’unità per provare a costruire un progetto di azioni per i prossimi trent’anni. D’altronde a cosa serve ricordare i 100 anni di Predappio se non a guardare avanti? Capire com’è nato il paese (e il Comune) aiuta a comprendere il progetto dell’epoca che oggi non può essere certamente festeggiato in quanto tale e tantomeno pensare che la Predappio di oggi abbia la stessa funzione di quella pensata nel 1925. Anzi. La Predappio futura dev’essere un luogo vivo, che attrae, che include, che produce, che lavora, che non lascia solo nessuno. Un laboratorio di democrazia che ha come punti di riferimenti alti l’uguaglianza e la pace, e che guarda con concretezza alle esigenze quotidiane della comunità» conclude Predappio Futura.