La stagione teatrale 2025/2026 a Rocca San Casciano

sipario teatro

C’è una stagione teatrale che non ha paura di guardare in faccia la realtà, anche quando fa male. Che sa prendersi in giro, e poi prendersi sul serio. Che attraversa il dolore con leggerezza e la risata con profondità. È la nuova stagione del Teatro Italia di Rocca San Casciano, un percorso in sei tappe – da novembre a marzo – che mescola ironia, riflessione, impegno civile e tanto cuore.

La programmazione è curata dal Teatro delle Forchette, sotto la direzione artistica di Stefano Naldi, e nasce con un obiettivo chiaro: portare sul palco storie che parlano alle persone, che si fanno specchio dei tempi e bussola per orientarci tra emozioni e domande. Una stagione per chi ha voglia di emozionarsi, di lasciarsi provocare, e magari anche di uscire dal teatro con il sorriso storto ma sincero di chi ha appena visto qualcosa che gli somiglia.

Si comincia domenica 16 novembre con Michela Andreozzi in Tutta da aggiustare, un monologo ironico e toccante sulla disobbedienza emotiva, l’inadeguatezza creativa e il coraggio di non adattarsi mai del tutto. Una donna sola in scena – ma non troppo – racconta la sua infanzia disallineata, la sua adolescenza stortignaccola e la sua età adulta fatta di sogni sotto chiave. Un inno al diritto di essere storte, fragili, emotive… e felicemente sbagliate.

Il secondo appuntamento è per domenica 21 dicembre, con lo spettacolo 8 personaggi in cerca di uscita, scritto e diretto da Massimiliano Bolcioni per la compagnia Teatro delle Forchette. Un omaggio pirandelliano che flirta con il paradosso e la fantascienza, portando in scena otto figure chiuse in un luogo senza via d’uscita. Una riflessione metateatrale sull’identità, il ruolo dell’attore, la maschera e la verità, che coinvolge anche il pubblico in un gioco brillante e straniante, al confine tra finzione e realtà.

Sabato 17 gennaio 2026, arriva uno dei momenti più intensi della stagione: I vicini scomodi, tratto dal romanzo di Roberto Matatia, diretto da Giuseppe Verrelli. La vera storia della famiglia Matatia, ebrei italiani residenti a pochi metri dalla villa al mare di Benito Mussolini, che si trovarono travolti dalle leggi razziali e dalla macchina dell’odio. Un racconto necessario, potente, che ci ricorda – senza retorica – quanto sia fragile la libertà, e quanto indispensabile sia continuare a raccontare.

Sabato 21 febbraio, il palcoscenico si fa più intimo con Rimetti a posto la stanza, scritto e interpretato da Tiziana Foschi e Nina Fucci, per la regia di Floriana Corlito. Una madre e una figlia, una stanza da sistemare, una relazione da ricostruire. Dialoghi taglienti, silenzi che urlano e un’affettuosa ironia che sa toccare corde profonde. Una storia piccola e universale, di quelle che vivono dietro ogni porta chiusa e ogni messaggio lasciato in sospeso.

A marzo, sabato 7, sale in scena Andrea Lupo con Il circo capovolto, tratto dal romanzo di Milena Magnani, per la regia di Andrea Paolucci. Premiato nei principali festival teatrali italiani, lo spettacolo è un affresco epico e struggente di una famiglia rom, tra guerre, deportazioni e sogni. Un racconto che oscilla tra fiaba e tragedia, con la forza della narrazione orale e lo sguardo poetico dei bambini. Uno spettacolo che emoziona, scuote e lascia il segno.

Chiude la stagione, sabato 21 marzo, lo show ironico e musicale di Enrica Tesio e Andrea Mirò, Ama, prega, Xanax – Ho un certo mal di te. Un flusso continuo di parole e canzoni, tra lamenti comici e pillole di saggezza, sul malessere diffuso dell’età adulta: figli adolescenti, burocrazie incomprensibili, relazioni complicate. Una confessione collettiva mascherata da spettacolo, che trasforma lo sconforto in risata e l’ansia in complicità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *