Idee e suggerimenti per il centenario di Angelo Masini

centenario di Angelo Masini

Nei giorni scorsi si è tenuto con successo il concerto lirico “Angelo Masini (1844-1926): verso il centenario della morte. Un secolo di memorie del grande tenore forlivese”. L’evento, che si è svolto all’Auditorium San Giacomo del complesso museale di San Domenico, inserito nel ricco programma di iniziative del Festival del Buon Vivere, è stato organizzato dalle Associazioni Forlì per Giuseppe Verdi, Amici della Pieve di Pievequinta e dal Comitato Pro Forlì Storico-Artistica, collateralmente alla mostra sulla storia del Teatro Comunale di Forlì allestita all’Oratorio di San Sebastiano. Con questo appuntamento si è inteso raccontare la figura artistica di Angelo Masini, attraverso l’esibizione dei tre giovani tenori: Lorenzo Belli, Alex Camporesi e Giovanni Petrini, questi ultimi due forlivesi, accompagnati al pianoforte da Pia Zanca.

Gli artisti hanno interpretato alcune delle più importanti pagine liriche del repertorio masiniano tratte dalle opere di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Gioacchino Rossini e Jules Massenet. Ha condotto l’incontro Filippo Tadolini, regista d’opera, che ha ricordato l’importanza dell’imminente centenario della morte dell’artista, auspicandone degne celebrazioni nel corso dell’anno 2026. Tra le idee più suggestive quella di far eseguire in città la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, opera musicale di straordinaria importanza, per la quale il compositore volle proprio Masini come tenore protagonista, e l’auspicio di una collaborazione con la vicina Faenza, che alla memoria del nostro divo ha intitolato il suo Teatro Comunale.

Le immagini degli oggetti a lui appartenuti, custoditi oggi al Museo Romagnolo del Teatro di Palazzo Gaddi, sono state il filo conduttore della narrazione. È stato poi posto l’accento sulla vocalità di Masini, che non conosciamo direttamente in mancanza di registrazioni: i tre protagonisti hanno esibito la propria voce confrontandosi l’uno con l’altro con l’obiettivo di far cogliere al pubblico la diversità delle possibili sfumature dell’interpretazione tenorile. Hanno infine cantato a tre la celebre “La donna è mobile” dal “Rigoletto” di Verdi, che, oltre ad essere un cavallo di battaglia di Masini, ha ricordato la formula dei “tre tenori” coniata da Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras negli anni ‘90, che ci ricorda da vicino la grande popolarità di cui il celebre forlivese godette quasi un secolo prima.

Gabriele Zelli

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