“Morgagni-Pierantoni”: su il sipario per i lavori di umanizzazione del reparto di Chirurgia

Morgagni-Pierantoni reparto di Chirurgia

Oggi mercoledì 1 ottobre sono stati presentati ufficialmente i lavori di ristrutturazione portati avanti all’interno del reparto di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate del “Morgagni-Pierantoni” di Forlì: uno sforzo per rendere gli ambienti più accoglienti, a vantaggio sia dei pazienti che trascorrono il periodo di degenza post-operatoria sia dello staff del professore Giorgio Ercolani. Un concetto, quello di umanizzazione degli ospedali, introdotto anche dalle linee guida suggerite dal Ministero della Salute, che si basa sul presupposto che luoghi di cura più confortevoli, che raccontino più dell’accoglienza e meno della malattia e della sofferenza, rappresentino un valore aggiunto per chi si sottopone alle terapie e anche per chi quelle terapie le somministra ogni giorno. Un’indicazione che il “Morgagni-Pierantoni” ha scelto di seguire con decisione, proponendo ambienti “umanizzati” al reparto di Chirurgia Senologica e il Centro di Prevenzione Oncologica: due interventi sostenuti sempre in collaborazione con l’Istituto Oncologico Romagnolo.

In questo caso lo IOR, con la supervisione di Giorgio Ercolani che il reparto in questione lo dirige, ha fornito dei nuovi rivestimenti pittorici in fibra di vetro, per rendere le mura delle corsie più ariose e rilassanti; ha rinnovato completamente il reparto luci, al fine di rendere i luoghi maggiormente luminosi; ha installato un impianto di filodiffusione, affinché si possa ascoltare musica rilassante nel corso della giornata che arrivi anche ai pazienti allettati che non possono vivere gli spazi comuni; e donato trentadue comodini nuovi. Un investimento totale di circa 60.000 euro, volto ad avere ambienti il più piacevoli possibili, che parlino più di accoglienza e meno di sofferenza, con l’obiettivo di creare i presupposti affinché si instauri un’alleanza tra medico e paziente anche laddove le cure, sia chirurgiche sia farmacologiche, siano più pesanti. Il progetto ha rappresentato il focus delle attività di raccolta fondi portate avanti dallo IOR sul territorio di Forlì: in particolare all’umanizzazione del reparto è stato dedicato il “Charity Dinner”, cena che si ripete ogni anno proprio allo scopo di sostenere una buona causa che abbia un impatto positivo per il benessere di tutta la cittadinanza.

Tenutosi all’Auditorium San Giacomo il 7 novembre, sono state ben 220 le persone che risposero all’appello. Una serata piena anche di emozioni grazie alla testimonianza di Sara Liverani, artista di 39 anni conosciuta col nome d’arte “Lady Sara Tattoo”: paziente oncologica operata proprio a Forlì presso il reparto “umanizzato” di Chirurgia Senologica, ha portato il suo punto di vista su quanto la bellezza e la cura degli ambienti abbiano avuto un impatto positivo sul percorso immediatamente post-chirurgico. Molto convinta anche l’adesione al progetto da parte di alcune associazioni, in primis Lions Club Host Forlì, e principali realtà imprenditoriali del territorio, tra cui Azienda Agricola Orto Mio, Edil Esterni, Elfi, Guardigli Mosaico Assicura, Sogedai, Siropack Italia e Technologica, a conferma di quanto sia percepito come importante continuare sulla strada dell’umanizzazione dei reparti e della bellezza che cura.

«Penso sia molto bello e importante poter tagliare il nastro su questi lavori a meno di un anno dal nostro “Charity Dinner” – spiega Fabrizio Miserocchi direttore generale IOR – è un modo per dimostrare a chi sostiene questi progetti che, una volta raggiunti gli obiettivi di raccolta, cerchiamo di attivarci immediatamente di concerto con l’AUSL affinché la causa per cui raccogliamo fondi non rappresenti qualcosa di astratto che prima o poi, in un futuro ipotetico, metteremo a terra, ma al contrario qualcosa di molto concreto da realizzare in tempi brevi e che va a beneficio di tutti. È l’unica maniera che conosciamo per rinfocolare quel patto di fiducia che ci lega ai nostri sostenitori e grazie al quale la popolazione della Romagna si identifica dal 1979 con la nostra organizzazione: una trasparenza inequivocabile sull’utilizzo dei contributi che raccogliamo, una rendicontazione puntuale tramite i canali di comunicazione di cui disponiamo, una restituzione sul territorio e per il territorio dei fondi che ci vengono affidati. Lo IOR crede tantissimo nei progetti di umanizzazione degli ospedali: reparti più belli e accoglienti permettono di rendere più concreto il paradigma che vede non la malattia, ma la persona al centro di tutto il percorso di cura. Far sentire al meglio le nostre pazienti e i nostri pazienti è un dovere: lo IOR, d’altronde, nasce per questo».

«Per quanto concerne il nostro lavoro, ritengo che con il termine di “umanizzazione delle cure” rientrino diversi aspetti – afferma il professore Giorgio Ercolani direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e professore ordinario di Chirurgia generale al Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna – innanzitutto siamo chiamati a offrire ai pazienti interventi sempre meno demolitivi che abbiano però la stessa efficacia ma con un minore impatto sulla qualità di vita di chi li subisce e con degenze più brevi; ma accanto a ridurre il più possibile gli effetti negativi sul fisico delle persone che curiamo, è nostro compito favorire la creazione di luoghi di cura che siano più accoglienti , il più piacevoli possibile e che abbiano meno l’aspetto di luoghi di sofferenza favorendo quell’atmosfera positiva tra medico, pazienti e famigliari anche laddove le cure, in particolare chirurgiche o farmacologiche, sono più pesanti. In questo senso, il Sistema Sanitario ha risorse limitate e realtà come lo IOR contribuiscono, grazie a progetti innovativi, a mantenerlo su ottimi livelli sia dal punto di vista tecnologico che strutturale. Ringrazio quindi tutti coloro che sotto la spinta dello IOR hanno aderito e sostenuto il progetto di “umanizzazione” del reparto di Chirurgia che attualmente dirigo rendendone possibile la realizzazione in meno di un anno. Questo è per me motivo di orgoglio perché ritengo che il contributo spontaneo che Aziende e persone singole hanno voluto dare sia la risposta al lavoro che in questi 9 anni il mio staff ed io abbiamo portato avanti per offrire le migliori cure e i trattamenti più innovativi ai pazienti del territorio».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *