
Mercoledì 8 ottobre, alle ore 15,00, nella Sala ex Consiglio provinciale, in piazza Morgagni 9 a Forlì, verrà ricordato Mario Vespignani, giornalista, poeta e scrittore, nel 10° anniversario della morte. Nell’occasione verrà presentato il libro “Via del Cippo” che è stato ripubblicato a vent’anni dalla prima edizione a cura di Ennio Gelosi, Leonardo Michelini, Giuseppe Schiumarini e Gabriele Zelli. Insieme ai curatori interverranno i familiari di Mario Vespignani e Maria Luisa Bargossi, presidente Auser Forlì. Radames Garoia e Nivalda Raffoni leggeranno poesie e zirudelle dell’autore.
Nel libro “Via del Cippo” sono rappresentate, con un linguaggio accattivante ma preciso e puntuale, analogo a quello che usano i testimoni, le storie di un’epoca, dai primi anni ’20 fino alla fine della Seconda guerra mondiale, in un quartiere operaio di Forlì sorto nell’area compresa tra Porta San Pietro e Porta Cotogni. Già nel primo capitolo (la pubblicazione ne conta 28) si manifesta quello che è il filo conduttore del testo: la lotta e la resistenza di un gruppo di famiglie di matrice antifascista al potere della dittatura. L’autore ci fa capire che conosce bene le condizioni di vita dei protagonisti, la loro battaglia quotidiana per sbarcare il lunario in mezzo a mille difficoltà. Molte volte la rappresentazione del vivere quotidiano è dal punto di vista dei bambini sui quali si riverberano i riflessi della miseria e della durezza che anche loro dovevano sopportare.
“Il fascismo aveva vinto la resistenza degli operai – scrive Vespignani – ed era passato malgrado le lotte e i sacrifici compiuti dalle organizzazioni operaie”. Ma i racconti che più entusiasmavano i giovani dell’epoca erano quelli dove lo squadrismo veniva sconfitto come a Bussecchio quando le forze fasciste convenute da tutta la Romagna furono costrette alla fuga. Il libro termina con un capitolo dedicato all’eccidio perpetrato il 26 luglio 1944 dai nazifascisti per rappresaglia a Pievequinta, uno dei momenti più tragici degli ultimi mesi del conflitto nel nostro territorio. Il volume sarà in vendita a 10 euro e tutto il ricavato sarà destinato alla Fondazione Istituto Prati per l’assistenza ai malati poveri. L’incontro è promosso da Auser Forlì. Ingresso libero.
Mario Vespignani (Forli, 1924-2015) è stato un prolifico autore che ha composto tantissime poesie e zirudelle in lingua romagnola. Non solo: la sua vena letteraria gli ha consentito di scrivere testi di narrativa nonché testi di canzoni e commedie in vernacolo. Alcune delle sue canzoni, come ad esempio “Partigiàn senza nom”, sono entrate a far parte della storia della canzone dialettale. Per ben tre volte vinse il Festival della Canzone Romagnola di Cesena “E campanon”.
Diplomato perito elettrotecnico svolse il mestiere di camionista per diversi anni girando I’ltalia guidando un camion a rimorchio con a fianco il fratello Walter, scomparso in prematura età. Quegli anni di duro lavoro segnarono profondamente la sua maturazione e il suo temperamento. Di fede socialista fin dalla giovane età divenne poi, per tanti anni, corrispondente dell’Avanti e giornalista pubblicista. Assunto nel Comune di Forli nei primi anni ’60, dopo un periodo nel quale ricoprì diversi incarichi all’interno del Municipio nel settore delle aziende municipalizzate, venne chiamato a svolgere le funzioni di segretario del vice sindaco Azer Cicognani, per poi divenire capo ufficio stampa dell’ente locale. Incarico che ricopri per più di 10 anni fino al pensionamento avvenuto nel 1989.
Mario Vespignani è stato direttore responsabile di “Comune Aperto”, organo dell’Amministrazione comunale di Forli e di diverse altre pubblicazioni, fra le quali: “Cronache della Resistenza”, Auserinforma” e “Pompieri Sempre”. La sua produzione narrativa ha spaziato dai racconti alle commedie dialettali. Ma egli è conosciuto soprattutto per le poesie e le zirudelle, opere in cui eccelleva e che hanno riscosso grande successo di pubblico nonché numerosi riconoscimenti e premi della critica specializzata. La sua vena umoristica non è mai stata finalizzata però alla pura e semplice risata. Dall’arguzia dei suoi testi sempre emerge con chiarezza un assunto che invita alla riflessione e rimanda a profili e pensieri più profondi.