«Si sono svolti oggi a Bologna i primi Stati generali della sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, all’indomani della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. L’iniziativa, aperta dal presidente Michele De Pascale e conclusa dall’assessora Irene Priolo, ha riunito istituzioni, enti locali e mondo della ricerca in un confronto operativo sulla prevenzione degli incidenti. Nel corso dei lavori è stato firmato anche un protocollo triennale con Anci e Upi Emilia-Romagna, che fornisce ai Comuni strumenti tecnici e formativi per rafforzare le politiche di sicurezza stradale. Gli Stati generali della sicurezza stradale riportano attenzione concreta su un tema che troppo spesso emerge solo in occasione di fatti di cronaca, purtroppo sempre più frequenti. Mettere a sistema dati, strumenti e responsabilità è un passo necessario per rendere più efficace l’azione dei territori» dichiara la consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Ancarani.
“Per la provincia di Forlì-Cesena, i dati del primo semestre 2025 indicano un aumento degli incidenti, da 719 a 742, e dei feriti, da 904 a 941. Le vittime scendono da 14 a 10, ma il trend in crescita rende evidente la necessità di interventi mirati. La politica deve dare un segnale chiaro: la sicurezza delle strade è una priorità e servono azioni concrete ad ogni livello amministrativo, non semplici annunci” aggiunge Ancarani.
“La sicurezza stradale incide sulla qualità delle nostre città: sugli spostamenti quotidiani, sui percorsi casa-scuola, sulla mobilità di bambini, anziani e famiglie. In una società che invecchia e in cui crescono le persone con esigenze specifiche, anche un tratto di strada poco protetto può diventare un rischio reale. Intervenire su attraversamenti, limiti di velocità, ciclabilità e moderazione del traffico significa rendere gli spazi urbani più ordinati e più sicuri per tutti. Alcune proposte che continuano a emergere nel dibattito pubblico, come il ritorno delle auto nelle piazze o l’idea di incentivare ulteriormente il trasporto su ruota, sono scelte che guardano al passato. Non rispondono alle esigenze reali delle nostre comunità, che chiedono città più sicure, più accessibili e più attente a chi si muove a piedi o in bicicletta” conclude Ancarani.