Scuola Manzoni: dal PD un no alla chiusura definitiva senza confronto

Enrico Monti allegni e tosiani partito democratico

«Durante il Consiglio comunale di martedì scorso abbiamo presentato una serie di interrogazioni sulla annunciata chiusura della scuola elementare Manzoni di Forlì, preoccupati per le recenti dichiarazioni dell’assessora Casara che annunciavano questa notizia come un fulmine a ciel sereno senza che fosse stato avviato alcun percorso di confronto con le famiglie, il quartiere, il territorio e pare addirittura con scarso coinvolgimento anche del corpo docente e della dirigenza dell’istituto comprensivo, come denunciato dalle organizzazioni sindacali. I nostri timori sono addirittura aumentati dopo aver ascoltato la risposta dell’Assessora: prolissa, confusa e contraddittoria, in cui l’unico aspetto tenuto in considerazione è stato quello del risparmio economico, senza tener conto dei benefici educativi e sociali per il territorio e le famiglie» si legge in una nota del Partito Democratico forlivese.

«Una delle poche cose certe è che il Comune non ha ottenuto i finanziamenti Pnrr richiesti nel 2022 per sistemare la scuola Manzoni e di conseguenza ha valutato che l’edificio non serviva più, cessando ogni confronto avviato in merito al suo recupero. Non si capisce ora quale sarà la collocazione delle 12 sezioni della scuola elementare e materna oggi ospitate alla Manzoni, visto che nell’articolo si faceva riferimento al loro trasferimento alla Dante Alighieri, mentre l’assessora in Consiglio ha parlato ininterrottamente della Maroncelli. Questione non da poco visto che quest’ultimo istituto è stato frutto di una lunga coprogettazione con il corpo docente e se dovesse ospitare sezioni di scuola materna dovrebbe essere sottoposto a importanti interventi di adeguamento per ospitare bambini così piccoli, sottraendo importanti spazi educativi alla scuola media» si domandano i Dem.

«Non si comprende poi che fine faranno le attività culturali, sociali e di integrazione oggi realizzate alla Manzoni in orario pomeridiano, una vera ricchezza per il quartiere che deve essere preservata. Non sono stati infine forniti numeri e spiegazioni sul calo delle nascite che secondo l’assessora rafforzerebbe la decisione di non risistemare la Manzoni (calo che fino al 2022 il Comune non aveva evidentemente preso in considerazione), lasciando quindi un quartiere di 10.000 persone come Foro Boario-San Benedetto senza una scuola elementare e una scuola materna. In verità nemmeno si capisce se la decisione di chiudere la Manzoni sia definitiva, visto che da una parte l’assessore Cicognani ha fatto vaghi riferimenti a futuri impieghi dell’edificio, dall’altra non ci risulta che siano state informate della chiusura nemmeno le famiglie dei futuri alunni residenti nel quartiere, che entro poche settimane dovrebbero completare il percorso di iscrizione per il prossimo anno scolastico proprio alla Manzoni» argomentano i Dem.

«In conclusione è evidente che una decisione tanto rilevante per famiglie, minori, territorio e personale scolastico non può essere presa sulla base di dati così confusi e contradditori, e soprattutto senza una condivisione con la comunità su cui verrebbe a cadere, che non può essere interpellata solo a cose fatte. Chiediamo quindi all’Amministrazione di fermarsi e avviare un percorso di confronto e ripensamento, che tenga anche conto del bene prezioso rappresentato dai presidi e servizi di comunità come la Scuola Manzoni, veri luoghi di integrazione e coesione sul territorio di cui la città non può fare a meno e senza i quali il termine “comunità educante” tanto caro all’Assessora si riduce a uno slogan vuoto» conclude il PD di Forlì.

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