Sabato 29 novembre a Forlì, alle ore 18,00 nella sede Anpi, in via Albicini 25, ci sarà la presentazione del nuovo libro di Mario Avagliano “L’uomo che arrestò Mussolini. Storia dell’ufficiale dell’Arma Giovanni Frignani dalla Grande Guerra alle Fosse Ardeatine”. La storia intrepida del romagnolo Giovanni Frignani, tenente colonnello dei carabinieri, dalle trincee del Piave all’arresto di Mussolini, dalla Resistenza clandestina a Roma alle Fosse Ardeatine, forse a causa del tradimento di una bionda spia tedesca. Ne parlerà con l’autore il presidente dell’Anpi forlivese Lodovico Zanetti.
“Una biografia preziosa che si legge come un romanzo a metà tra il noir e la spy story”, così lo ha recensito Aldo Cazzullo sul “Corriere della Sera”. Il libro, infatti, è già un best seller e in pochi mesi è giunto alla quarta edizione. E non mancano i personaggi e gli avvenimenti legati alla Romagna. Si parla della marcia su Ravenna e della “colonna di fuoco” organizzata da Grandi e Balbo colonna di fuoco», l’operazione con la quale le squadre fasciste tra la mattina del 29 e la mattina del 30 luglio 1922 assalgono prima alcuni quartieri di Ravenna e poi i principali centri della Romagna, tra cui anche Forlì. Giovanni Frignani e la moglie Lina Castellani sono originari di Ravenna, il fratello di Giuseppe Frignani è il ras e il federale del Pnf di Ravenna, direttore della Cassa di Risparmio di Ravenna e deputato nella circoscrizione emiliano-romagnola, il collega di Frignani che muore sotto i bombardamenti a Roma del 19 luglio 1943, il colonnello Ulderico Barengo, è anche lui di Ravenna.
Tra i militari attivi nella Resistenza ci furono anche molti carabinieri e dodici di essi furono trucidati alle Fosse Ardeatine. Uno di questi fu il tenente colonnello Giovanni Frignani, di Ravenna, volontario nella Grande Guerra, decorato al Piave, membro dei servizi segreti militari e protagonista di casi clamorosi di controspionaggio, come quello francese ai danni della Regia Marina. Nonostante il fratello Giuseppe fosse stato deputato fascista, sottosegretario alle Finanze e uomo di fiducia del duce nel mondo delle banche, il 25 luglio 1943 il comando generale dell’Arma affidò proprio a lui il compito dell’arresto di Benito Mussolini all’uscita di Villa Savoia a seguito del colloquio con il re e il sequestro dei diari di Claretta Petacci e delle lettere del duce alla sua amante. Il mese successivo, sempre Frignani fu protagonista di un altro episodio che fece rumore: la morte del gerarca fascista Ettore Muti.
Dopo l’8 settembre 1943, fascisti e nazisti misero una taglia su Frignani, che fu tra i principali promotori del Fronte militare clandestino dei carabinieri, inquadrato nella più ampia organizzazione guidata dal colonnello Montezemolo. Arrestato dalle SS, forse su delazione di una bionda spia tedesca, finì nel carcere di via Tasso e il 24 marzo 1944 fu assassinato alle Fosse Ardeatine. Nel dopoguerra gli venne assegnata la medaglia d’oro. Mario Avagliano, facendo ricorso a lettere, memoriali, documenti d’archivio, testimonianze di parenti, ricostruisce la sua vita avventurosa e intrepida. Un viaggio appassionante attraverso il fascismo di un carabiniere eroe della Resistenza.