Aeroporto di Forlì: atterri, ma poi resti a piedi

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Riceviamo e pubblichiamo la protesta di un forlivese.

«Nella serata di ieri si è verificato l’ennesimo episodio di disservizio all’Aeroporto “Ridolfi” di Forlì. Un gruppo di viaggiatori, tra cui i miei ospiti, arrivati con un volo serale dalla Sicilia, non ha trovato alcun taxi né mezzi pubblici disponibili per raggiungere la città. Non è la prima volta che accade: una situazione inaccettabile per uno scalo che ambisce a essere un punto di riferimento per tutto il territorio romagnolo. Scrivo come cittadino, come romagnolo e come proprietario di un appartamento per affitti brevi a Forlì. Da poco più di un anno ospito visitatori da tutta Italia e dal mondo, cercando ogni giorno di rappresentare al meglio la “famosa ospitalità romagnola”: 5 posti letto, parcheggio gratuito, aria condizionata, lavatrice e tutti i comfort necessari. Offro consigli, suggerimenti sul territorio, supporto logistico e cerco di offrire la migliore accoglienza possibile.

Molti ospiti vengono a Forlì per turismo, ma la maggior parte arriva per motivi familiari, per l’università o per cure mediche nelle nostre cliniche private (Villa Serena, Villa delle Orchidee, Villa Igea, Primus) o direttamente all’Ospedale Morgagni-Pierantoni. È gente spesso stanca, preoccupata, talvolta anziana o con difficoltà motorie. Rispettiamo tutte le norme comunali, regionali e nazionali: CIN esposto correttamente, estintori a norma, rilevatori di fumo, CO₂ e gas metano, canone RAI, registrazione ospiti in Questura, pagamento delle tasse e riscossione dell’imposta di soggiorno, che viene poi versata al Comune.

E poi scopriamo che chi atterra a Forlì dopo le 22.00 rimane letteralmente abbandonato, senza taxi, senza navette, senza alcuna alternativa. Il call center di Radio Taxi attiva soltanto una voce automatica che, dopo minuti di attesa, rimanda a un’app che però non offre alcuna corsa disponibile. Gli NCC non rispondono. Gli ospiti si ritrovano soli, spaesati, senza sapere chi contattare, e i taxi reperibili tramite Google, non in servizio, spiegano di non poter comunque servire direttamente l’aeroporto. Il piazzale arrivi era completamente deserto: nessun taxi, nessun servizio pubblico, nessuna informazione. I miei ospiti hanno dovuto arrangiarsi, camminando con i bagagli e cercando soluzioni improvvisate dopo una giornata intera di viaggio.

Mi sono vergognato. Mi sono sentito inerme. Mi sono sentito triste nel vedere la città offrire un’accoglienza così povera e disorganizzata. E mi sono sentito carente in quanto host. Dov’è finita la nostra ospitalità romagnola? Dov’è la volontà di far ripartire davvero lo scalo forlivese? È assurdo che nel 2025 si possa atterrare in un aeroporto italiano e restare a piedi, senza servizi né indicazioni, come se fossimo in uno scalo dismesso. Forlì ha un enorme potenziale turistico, universitario e sanitario: Campus dell’Università di Bologna, Ospedale Morgagni-Pierantoni, cliniche private, IRST di Meldola, ENAV, le caserme dell’esercito e dell’aeronautica, poli sportivi, aziende, eventi, fiere. Ma senza servizi minimi di accoglienza, rischiamo di trasmettere ai visitatori un’immagine poco professionale della nostra città. Mi auguro che questo episodio apra un confronto serio tra Comune, Start Romagna, società aeroportuale e operatori del territorio, per garantire servizi essenziali di trasporto, soprattutto nelle fasce serali. Accolgo famiglie, lavoratori in trasferta, studenti e persone che vengono a Forlì per curarsi o per visitare i propri cari. È essenziale che ogni ospite viva un’esperienza serena fin dal momento dell’arrivo. bbromagnamia.it fa il possibile per aiutare chiunque abbia bisogno di informazioni, anche chi non alloggerà nell’appartamento. Rispondo volentieri a telefonate e messaggi WhatsApp anche di chi cerca solo informazioni, perché credo nella vera ospitalità romagnola. Ma l’ospitalità privata non può sostituire servizi pubblici che devono essere garantiti da chi gestisce lo scalo e dalla città. Forlì e la Romagna meritano di più. E i viaggiatori meritano di essere accolti con professionalità».

Claudio

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