“Le stagioni della cura”: gli infermieri portano a teatro i valori del codice deontologico

Teatro Testori di Forlì

Ci sono attimi che non si misurano in minuti ma in profondità: il silenzio dopo una notizia difficile, la mano che si tende per non lasciarti cadere, la presenza discreta accanto a un letto d’ospedale quando il resto del mondo sembra troppo lontano. È in questi spazi sospesi che prende forma la relazione di cura. È lì che l’infermieristica diventa incontro, ascolto, responsabilità. Da questa consapevolezza, al fine di aggiornare gli infermieri sui principi e valori contenuti nel nuovo codice deontologico dell’infermiere, aggiornato nel marzo 2025 nasce “Le stagioni della cura”, lo spettacolo teatrale accreditato ECM che l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Forlì-Cesena porterà in scena martedì 3 dicembre alle ore 20,00, al Teatro Testori di Forlì.

Per la prima volta nel nostro territorio, gli infermieri scelgono il teatro come spazio di testimonianza: non solo per raccontare la professione, ma per far vivere al pubblico ciò che ogni giorno si intreccia nei reparti, nei servizi territoriali, nelle case delle persone. Quella parte invisibile dell’assistenza che non compare nei protocolli, ma che segna profondamente chi cura e chi è curato. Ogni infermiere conosce la potenza di un gesto semplice. Sa quanto possa cambiare il decorso di una notte una frase detta sottovoce a chi teme di non farcela. Sa cosa significhi sedersi accanto a una persona che sta perdendo le sue certezze e ascoltare, senza fretta. Sa quanta dignità può contenere il preparare una stanza perché un familiare possa salutare il proprio caro con delicatezza e rispetto. Sono momenti che gli infermieri vivono ogni giorno e che rappresentano il cuore della professione. Nello spettacolo “Le stagioni della cura” tutto questo diventa narrazione, scena, parola viva, ispirata al nuovo codice deontologico degli infermieri, che richiama valori come rispetto, prossimità, responsabilità e dignità.

«In un tempo in cui la nostra professione è spesso raccontata in negativo – afferma la presidente OPI FC Silvia Mambelli — abbiamo scelto di rivolgerci ai colleghi iscritti all’OPI attraverso un evento formativo finalizzato a diffondere il nuovo Codice Deontologico ponendo al centro dell’attenzione la responsabilità di ricordare ciò che non deve mai essere dimenticato: il valore umano dell’assistenza. “Le stagioni della cura” ci ricorda che la relazione non è un complemento, ma il fondamento etico e deontologico del nostro agire. Ogni incontro può cambiare la vita di chi cura e di chi è curato ed è in questo spazio che riconosciamo la nostra identità più profonda».

Lo spettacolo intreccia due percorsi paralleli: quello dell’infermiere, dalla scelta iniziale alla piena maturità professionale, e quello della malattia, dal primo sintomo alla trasformazione che essa inevitabilmente porta con sé. Primavera è il tempo dell’ispirazione, della scoperta, dello slancio. Estate rappresenta l’azione, il confronto, l’urgenza di dare risposte. Autunno porta consapevolezza, profondità, riflessioni che maturano. Inverno offre spazio alla fragilità, al limite, al congedo, ma anche alla possibilità di rinascita. Ogni atto custodisce un frammento di relazione: un infermiere che insegna a respirare a chi è travolto dall’ansia, una collega che si ferma accanto a una madre impaurita, un professionista che comprende che talvolta il silenzio è il gesto più necessario.

“Le stagioni della cura” è un omaggio a una professione che entra nella vita delle persone con rispetto, competenza e umanità. È un tributo a chi sceglie di esserci, ogni giorno, nonostante le difficoltà. E, alla fine, pone una domanda semplice e profonda: cosa significa davvero essere presenti nelle Stagioni degli altri? Una domanda che riguarda ogni infermiere. Ma che riguarda anche tutti noi, come comunità.

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