Gian Battista Fasciano, classe 1960, nato a Bari trasferitosi in Romagna alla fine degli anni ’70 ha scelto il territorio del forlivese quando si è costruito la famiglia. Arrivato a Forlimpopoli ha prima svolto il lavoro di operaio per poi rivestire i panni dell’imprenditore, avviando 5 pizzerie, tuttora esistenti. Poi la più umana delle cadute: i dissidi famigliari e le persone di fiducia con cui Fasciano aveva avviato la propria attività lo conducono allo sbando ed è qui che riscopre il valore umano, lo stato di necessità, e con queste la voglia di ricominciare il desiderio di ricostruirsi una vita e di riportare all’attenzione di tutti la realtà dei fatti, di raccontare la quotidianità di chi non solo fatica arrivare alla fine del mese, ma di chi già dal mattino dubita di poter arrivare a fine serata.
In questo ambiente si fa sempre più forte il desiderio di aiutare gli altri di fare qualcosa di buono per se e per la società. In occasione del “nevone”, Gian Battista Fasciano organizza una squadra di 20 persone senza fissa dimora, tutti utenti della Caritas Diocesana, e con loro si mette a disposizione della città, racimolando inoltre qualche offerta dopo aver effettuato oltre 50 interventi. L’iniziativa finisce sulle pagine della cronaca locale e da qui Fasciano si trasforma anche in un uomo mediatico, portatore di un messaggio importante, di solidarietà e di integrazione.
Il consigliere comunale e leader del PdL, Alessandro Rondoni, riporta la vicenda anche in consiglio comunale attraverso la presentazione di un question time ad hoc ed è da qui che parte una bella collaborazione ed una amicizia duratura. Fasciano collabora attivamente con i servizi sociali, che considera un patrimonio importantissimo per la città, probabilmente perché stanno al di fuori della politica, indirizza e si relaziona con i senza fissa dimora, li aiuta e incentiva ad affidarsi ai percorsi di integrazione avviati in questi anni.
In una vita fatta di svolte ne arriva oggi un’altra quella dell’impegno politico: «Ho scelto di candidarmi perché non c’è più nulla da distruggere a Forlì, si può solo ricostruire. Ho scelto la lista civica Noi Forlivesi perché fatta di persone che lavorano e non vengono da schieramenti di partito. Anna Rita Balzani prima di tutto è mamma e questo è già un segno importante e in secondo luogo è una professionista dei conti e non è cosa da poco. E’ importante, infatti, in un Comune avere persone che sanno veramente fare i conti. In questo schieramento di 32 persone che compongono la lista Noi Forlivesi, sono rappresentati quasi tutti i mestieri, dall’ingegnere all’operaio. Nella vita si dice che volere è potere. Bisogna darsi da fare». Se bisogna darsi da fare è necessario anche avere le idee chiare su come agire e su questo Fasciano ha già delle proposte concrete e fattibili che mirano a ridurre la distanza tra la città e chi vive in stato di indigenza.
“Realizzare prima di tutto uno sportello per senza fissa dimora e disoccupati, una realtà che non esiste a livello nazionale e Forlì potrebbe essere progetto pilota”, una iniziativa avvallata anche dai dati, visto che in Italia la richiesta di aiuto è aumentata del 38% nell’ultimo anno. “Qui si può dare una risposta immediata anche a livello psicologico. La gente quando è disperata è disposta a compiere anche atti estremi e i telegiornali raccontano ogni giorno casi di questo tipo che spesso sono causati dall’indifferenza generale”.
Questo sportello quindi permetterebbe di creare una rete, una vera e propria banca dati per incrociare la domanda e l’offerta, tra impieghi socialmente utili e privati.
«Altro piano da mettere in campo, con un dispendio di risorse pari a zero per l’amministrazione e dall’utilità indiscutibile, è quello di realizzare 3 parcheggi per le biciclette, precisamente nei pressi della stazione ferroviaria, in piazzale della Vittoria e al Parco Urbano.
Due di queste aree rimarrebbero in funzione tutto l’anno ed uno, quello del Parco Urbano, invece, solo stagionalmente: la funzione è duplice da un lato si offre un servizio che contrasta il dilagante fenomeno del furto delle biciclette e dall’altro si creano i presupposti per un’integrazione importante tra cittadini e senza fissa dimora. Portando la bici in queste aree si pagherebbe una cifra simbolica, le tariffe saranno ridottissime, e permetteranno a chi vi lavora di avere una piccola ma significativa entrata, un progetto chiaro determinato che vuole sviluppare anche il principio dell’auto gestione e della condivisione delle responsabilità tra gli stessi senza dimora. Questo progetto non deve essere appaltato a cooperative ma gestito dai senza fissi dimora in relazione diretta con i servizi sociali».
L’appello alla cittadinanza di Gian Battista Fasciano è chiara: “Diamo un sostegno reale: mi aiuto io per aiutare gli altri. Non voglio certo diventare miliardario, voglio fare qualcosa di bello a Forlì perché ce n’è bisogno e questa è la realtà sotto gli occhi di tutti. Ho bisogno di voi e della vostra forza. Voi forlivesi mi permetterete di fare un bel regalo a questa città”.