Una piccola premessa: Il titolo che ho scelto per la rubrica sui film appena usciti in sala è il più semplice e stupido possibile: “Film al cinema”. L’ho scelto – anche se non mi è mai piaciuto – perchè pensavo che sarebbe andato sempre bene, senza avere mai bisogno di cambiarlo. E mi sbagliavo: Jimi – All is by my side, biografia del genio musicale Jimi Hendrix, è uscito sì nei cinema italiani il 18 settembre. Ma non in quelli forlivesi. Nella nostra città questo film non è in programmazione in nessun circuito cinematografico. Ci faremo bastare le Tartarughe Ninja, evidentemente solo loro sono in grado di incassare, a Forlì.
Titolo originale: All is by my side. Diretto da John Ridley con Andrè Benjamin, Hayley Hatwell, Burn Gorman, Ruth Negga e Imogen Poots. Anno: 2014, Genere: Biografico, Durata: 118 minuti circa, Voto: 8.
1966-67: la vita e la musica di Jimi Hendrix (Benjamin), dall’incontro con Linda Keith (Poots), ragazza di Keith Richards, all’affermazione in Inghilterra, passando attraverso la formazione del The Jimi Hendrix Experience, la registrazione del primo album, il rapporto con la fidanzata Kathy Etchingham (Hatwell) e con la cultura nera inglese…
Ridley, fresco della sceneggiatura di 12 Anni schiavo, prende in mano la storia di una delle più iconiche figure della cultura musicale di tutti i tempi, fermandosi prima del concerto di Monterey. Per intenderci, in un’ottica Hollywoodiana il film si potrebbe chiamare Jimi – L’inizio o Jimi Hendrix Begins. Tra le varie critiche che gli sono state rivolte c’è il fatto che mancano, nel film, le canzoni scritte da Hendrix stesso, ovvero tutti i suoi maggiori successi.
E questo per il semplice fatto che dalla famiglia del musicista non sono stati concessi i diritti per il loro utilizzo. Grave? No, non per forza. Se la regia, infatti, si muove convinta (e attenzione, è un’opera prima!) nel mostrare anche gli aspetti più controversi del personaggio, il vero punto di forza è forse l’abilità nel tratteggiare l’ambiente e i personaggi che si muovono intorno a Jimi, non Jimi stesso. Funzionale, in questo senso, è l’importanza data a Linda e Kathy, vere e proprie protagoniste della pellicola. Hendrix è, per l’intera durata, filtrato attraverso i loro occhi e rimane sempre, per così dire, una figura misteriosa, a tratti incomprensibile (o almeno incompresa).
Tolta qualche sbavatura di troppo e l’impressione che la pellicola finisca troppo presto, questo Jimi con un po’ meno Jimi di quanto mi aspettassi è sicuramente un esperimento cinematografico interessante. Il merito va anche agli attori: Hayley e Andrè, rapper degli Outkast, molto aderente, almeno fisicamente, al personaggio. E soprattutto Imogen Poots: giovane e bellissima l’attrice inglese convince sempre di più film dopo film, dimostrando di saper comprendere e mimare personaggi complessi come questa Linda Keith.
Edoardo Saccone