Italiano medio

sala del cinema

Diretto da Maccio Capatonda, con Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Lavinia Longhi, Ivo Avido, Barbara Tabita, Anna Pannocchia, Nino Frassica, Raul Cremona, Pierluigi Pardo e con Rupert Sciamenna nel ruolo di Cartelloni,  Anno: 2015, Genere: Comico, Durata: 100 minuti circa, Paese di produzione: Italia, prodotto da: Lotus Production e Medusa film, Voto: 7.

Giulio Verme (Capatonda, vero nome: Marcello Macchia) è vegano, animalista, ecologista, no global. Un ossessivo e combattivo nemico degli sprechi e dei poteri forti, fino a quando il vecchio amico di scuola Alfonso (Herbert Ballerina) si presenta a casa sua con una misteriosa pillola, capace di bloccare le capacità cerebrali fino a lasciarne solo il 2%. E una volta provata, la personalità di Giulio cambia radicalmente, con conseguenze deliranti e comiche…

Un po’ Limitless (l’idea della pillola, ma capovolta), un po’ Machete (come il film terribilmente trash di Rodriguez è tratto da un fake trailer, presentato a Mai dire martedì) con I. M. Maccio perde parte della freschezza delle brevi chicche di inizio carriera, piccoli capolavori dal format perfetto per la comicità demenziale, grottesca e no sense che esibisce.

Intendiamoci: certi passaggi di Italiano medio sono ancora irresistibili: la vecchietta che crolla in autobus tra l’indifferenza generale, Giulio che entra al Just Caviale fingendosi Ruud Gullit (?!), Anna Pannocchia che balla in tutù, Sciamenna giudice di MasterVip con lo stupidissimo calciatore Del Pirlo. Per non parlare dei tanti giochi di parole, ineccepibili. Maccio critica tutto e tutti, non dimentica le opere del suo passato ed è capace di creare comicità e dibattito con toni non abusati e temi sociali (proprio ora mentre scrivo lo vedo gigioneggiare a Servizio Pubblico). Il problema è che manca una certa consapevolezza del mezzo cinematografico, sia a livello artistico che tecnico. La volgarità è troppo esibita, alcuni elementi troppo sottolineati, certi passaggi inutili.

Insomma, un esperimento da vedere per farsi tante risate, sperando che il buon regista/attore/sceneggiatore Capatonda continui a lavorare con la sua comicità personalissima sia al cinema che in televisione. Peccato: con un po’ più di cura Italiano medio poteva essere un piccolo capolavoro dalla comicità anarchica e surreale.

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