Martedì 29 novembre alle ore 21,00, alla Biblioteca comunale “A. Saffi” in corso della Repubblica, 72 a Forlì, Paolo Nori, autore di fama, traduttore di prestigio e lettore ad alta voce, sarà il protagonista del terzo appuntamento della rassegna “I cavalieri abitano le stanze della Biblioteca”, dedicata alla letteratura dell’erranza contemporanea.
Lo scrittore illustrerà, con una lettura dotata di ironia e acuta intelligenza, la sua esperienza di viaggiatore emiliano contenuta nel libro “Siam poi gente delicata. Bologna Parma, novanta chilometri“, un rincorrersi di emozioni e suggestioni in cui Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, sono un’unica grande città che si srotola lungo la via Emilia. In questo modo, la strada militare, creata dal console Emilio Lepido nel 187 Avanti Cristo per collegare Placentia ad Ariminum, diventa nel libro di Nori una bussola del paesaggio interiore, una sentinella che accompagna il lettore in un viaggio fatto di incontri, di case, di luoghi senza tempo. Il libro nato per essere una guida è in realtà una testimonianza eccentrica e bizzarra, un’autobiografia, dove lettere e parole vengono sguinzagliate dall’autore nella più totale libertà. La voce di Paolo Nori dilata la parola scritta, prolungandone la percezione. Una esperienza letteraria da non perdere.
Giovanni Nadiani, poeta narratore e docente alla Facoltà SSLMIT dell’Università di Bologna, sede di Forlì introdurrà e condurrà la conversazione. Per l’occasione, sarà allestita una mostra bibliografica con volumi sulla tematica dell’incontro e sarà possibile visitare l’esposizione di dipinti di Fulvio Mordenti accompagnati per questa serata dalle parole scritte della poetessa Giorgia Monti. Nel corso della serata, sarà offerto ai presenti un ristoro emiliano-romagnolo.
Paolo Nori (Parma, 1963), è laureato in Lingua e Letteratura Russa presso l’Università di Parma, con una tesi sulla poesia di Velimir Chlebnikov. Lavora alla redazione de “Il semplice” dove conosce Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Daniele Benati, con i quali collabora per anni, cominciando a pubblicare i suoi scritti fortemente influenzati dalle avanguardie russe ed emiliane. È fondatore e redattore della rivista “L’Accalappiacani”. Tra i suoi libri ricordiamo “Le cose non sono le cose” (Fernandel, 1999), “Bassotuba non c’è” (DeriveApprodi, 1999- Feltrinelli 2009), “Spinoza” (Einaudi, 2000), “Grandi ustionati” (Einaudi, 2001), “Gli Scarti” (Feltrinelli, 2003), “Pancetta” (Feltrinelli, 2004), “Noi la farem vendetta” (Feltrinelli, 2006), “La vergogna delle scarpe nuove” (Bompiani, 2007), “Siam poi gente delicata: Bologna Parma, novanta chilometri” (Laterza, 2007), “Mi compro una Gilera” (Feltrinelli, 2008), e “La meravigliosa utilità del filo a piombo” (Marcos y Marcos, 2011). Ha tradotto e curato l’antologia degli scritti di Daniil Charms “Disastri” (Marcos y Marcos), alcuni dei classici russi editi da Feltrinelli, come “Un eroe dei nostri tempi” di Lermontov, le “Umili prose” di Puškin, “Le anime morte” di Gogol, “Padri e Figli” di Turgenev, e l’antologia di Velimir Chlebnikov “47 poesie difficili e una facile” (Quodlibet, 2009).