In fondo anche Johnny Depp ha suonato con gli Oasis, e probabilmente suona la chitarra meglio di quanto lo faccia Liam Gallagher, chiedete a suo fratello Noel, vi risponderà di sì. Per i più curiosi il pezzo in questione è Fade away di Definitely Maybe, il loro primo album, Depp alla chitarra e Noel alla voce. Ma questa è un’altra storia, o meglio qualche similitudine c’è, su tutte quella fisica, tra l’attore americano e Pablo Daniel Osvaldo.
Piedi rubati al rock ‘n’ roll
Pablo ha detto basta, a soli trent’anni ha smesso con il calcio per intraprendere una nuova carriera: spaccare col rock ‘n’roll. Per la precisione nel ‘Barrio Viejo rock ‘n’ roll‘, la sua band con la quale ha battezzato gli esordi a Quilmes qualche mese fa nei dintorni di Buenos Aires.
“Quel mondo non mi ha mai capito e ultimamente non riuscivo più a sopportarlo. Adesso invece sto bene e sono sereno, perché mi sto dedicando a ciò che più amo, la musica”. Le sue parole ai microfoni di Fox Sports sono cariche di frustrazione, appena reduce da una sfortunata ultima parentesi calcistica al Boca Juniors, la maglia che tutti gli argentini nati lungo le rive del Riachuelo indossano per entrare nel mito e nel cuore della doce, la curva della Bombonera.
È una cura, è un rimedio all’affannoso e pressante calcio europeo, i sudamericani ne sentono il bisogno, a una certa ritornano. Non era quello di cui aveva bisogno Osvaldo, il calcio non gli appartiene più. Sempre più attento ad una certa preparazione estetica anzichè quella atletica, sempre alla ricerca del gol spettacolare da immortalare, il suo modo di pensare calcio e di viverlo non corrisponde più a quello richiesto su un campo di calcio professionistico.
Osvaldo è stato un attaccante con una tecnica sopraffine, a Firenze per un paio d’anni hanno potuto credere di rivivere un dejavù del decennio precedente, quello di Gabriel Omar Batistuta e la sua mitraglia che lo stesso Pablo ha sparato dopo un gol vittoria a Torino contro la Juventus con la maglia viola.
Del Johnny Depp italo-argentino si ricordano ormai più le sue gesta fuori dal campo. Quattro figli da tre donne diverse, lo schiaffo a Lamela in allenamento dopo un diverbio, l’occhio nero procurato a Josè Fonte suo compagno al Southampton, i litigi con gli allenatori e suo figlio Morrison, chiamato così non per caso.
È finita con una sigaretta proibita accesa nel post-partita a Montevideo e dei calci all’auto di un paparazzo il giorno seguente. L’allenatore del Boca Barros Schelotto ha ordinato la rescissione del contratto. Gli Xenezies dovranno aspettare il ritorno dell’Apache Carlos Tevez per ricalcare le orme del mito e finire il lavoro iniziato da Palermo e Riquelme qualche anno prima.
Alzala che rovescio
Pablo ne ha fatti di gol belli, li cercava, li voleva e spesso li otteneva. Per lui era come giocare in spiaggia, se la palla si alzava lui c’era, lui rovesciava. In estate ci aveva provato il Chievo a riportarlo in Italia per offrirgli una maglia da titolare, squadra del quartiere di Verona. Osvaldo ha ringraziato e declinato, ha scelto un altro barrio, quello Viejo rock’n’ roll. Se non ci credete eccone un assaggio in un live a Barcellona.
Ti aspetto a la Barceloneta o magari al Primavera Sound. E mentre sei sul palco e tra la folla vedi alzarsi un pallone a mezza altezza, un foglio arrotolato di giornale, una mela, una pallina da tennis. Non esitare, rovesciala, ancora una volta. Come puoi vivere a testa in giù? Si chiedevano i Verdena, questa è solo una delle tante risposte.