Sulla natura e gli obiettivi dell’Unione dei Comuni della Romagna forlivese interviene il segretario nazionale della Lega Nord Romagna, Jacopo Morrone, e il consigliere regionale, Massimiliano Pompignoli, firmatario di un’interrogazione in cui si chiede alla Giunta Bonaccini “quale giudizio esprima sul “naufragio” dell’Unione e in particolare sulla sua incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissatisi dimostrandosi incapace di gestire in forma associata una serie di funzioni per le quali era nata”.
Fin dalla sua nascita nel 2014, la Lega aveva criticato la formula dell’Unione definendola “fumo negli occhi” – rimarcano i due leghisti – “e di fatto dopo tre anni non è cambiato nulla. Siamo fermi al palo con l’aggravante che i dipendenti non sanno di che morte morire e che manca totalmente uno scheletro organizzativo e una progettualità di lungo periodo. Insomma – attacca Morrone – sono naufragati i buoni auspici, sponsorizzati a più riprese dai Sindaci dell’Unione, di razionalizzazione dei costi e di miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa”. “A questo punto – conclude Pompignoli – è bene chiarire quanto abbia erogato la Regione Emilia Romagna all’Unione e se e come siano stati spesi questi soldi”. Il consigliere della Lega chiede infine alla Regione “quali siano i motivi di questo fallimento e se non intenda sollecitarne, dopo tre anni di immobilismo e alcun progresso, lo scioglimento”.
Le difficoltà politico-organizzative dell’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese hanno spinto le principali sigle sindacali ad indire un’assemblea ed un presidio in piazza Saffi nella giornata del 19 aprile, dove hanno sottolineato come “le parole spese da sindaci” che hanno spinto per la costituzione dell’Unione – una delle più grandi d’Italia – siano rimaste ad oggi “mere promesse da marinaio” e chiedono in tempi brevi (entro il mese di maggio) risposte concrete o metteranno in atto azioni di protesta anche clamorose, anche in concomitanza di importanti eventi pubblici come il Giro d’Italia.
I consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle Forlì Daniele Vergini e Simone Benini hanno presentato un’interrogazione in consiglio comunale chiedendo al sindaco Davide Drei di conoscere dalla sua viva voce le motivazioni che hanno portato, dopo tre anni di vita dalla nascita dell’Unione, ad un innegabile fallimento politico/amministrativo.
“Condividiamo le problematiche evidenziate dai sindacati – spiegano in una nota Daniele Vergini e Simone Benini – nel caso dell’Unione sono state usate dai sindacati parole molto efficaci per descrivere la grave situazione che si è venuta a creare: “immobilismo politico”, e ulteriori problemi arrecati ai singoli Comuni, che avevano scelto invece la strada dell’Unione con la promessa di semplificare le procedure. Basta parlare con qualsiasi dipendente per capire che tutti servizi passati sotto l’Unione hanno subito dei peggioramenti e i problemi si sono moltiplicati fino ad arrivare all’immobilismo politico/amministrativo”.
Il Movimento 5 Stelle Forlì elenca alcuni casi: “a Forlìmpopoli non vengono più concesse le occupazioni di suolo pubblico perchè l’ufficio dell’Unione che se ne dovrebbe occupare non risponde, manca una programmazione della spesa del personale che preveda la copertura dei troppi posti vacanti oggi presenti, ed in particolare nel caso della gestione del personale della Polizia Municipale si raggiunge l’apice dell’impossibilità di garantire un servizio per tutto il territorio 24 ore su 24”.
“Questa più che la ‘rivol-unione’ promessa in campagna elettorale dal sindaco Drei, sembra solo un gran pasticcio. Un Ente voluto con insistenza dal Pd che però ha dimostrato in più occasione di non essere in grado di amministrarlo. Vedasi il caso dell’ex segretaria dell’Unione, Anna Maria Galassi, nominata dal sindaco Drei che ricopriva il suo incarico senza averne i titoli, costretta poi alle dimissioni a seguito dei nostri esposti. E la sua erede Pamela Costantini che l’ha sostituita non è rimasta in sella più a lungo: solo pochi mesi, infatti da quello che abbiamo appreso l’Unione è attualmente di nuovo senza segretario e direttore dal 1° aprile”: si legge nella nota del M5S di Forlì.
Daniele Vergini e Simone Benini accusano direttamente il Pd: “Non riuscite nemmeno a trovare qualcuno che metta mano in questo pasticcio che avete creato. Noi dal canto nostro anticipiamo che nel nostro futuro programma elettorale metteremo seriamente in discussione l’opportunità che il Comune di Forlì resti dentro un’Unione così mal gestita; speriamo che si vada presto al voto perché è necessario che qualcun altro si faccia carico al più presto di risolvere i problemi che il Pd ha creato”.