Gabriele Zelli

Ex sindaco di Dovadola, classe 1953, dal 1978 al 1985 dipendente del Comune di Dovadola. Come volontario in ambito culturale è stato dal 1979 al 1985 responsabile della programmazione del Cinema Saffi e dell'Arena Eliseo di Forlì e dal 1981 al 1985. Coordinatore del Centro Cinema e Fotografia del Comune di Forlì. Nel giugno 1985 eletto Consigliere comunale e nell'ottobre 1985 nominato Assessore comunale di Forlì con deleghe alla cultura e allo sport. Da quell'anno ha ricoperto per 24 anni consecutivi il ruolo di amministratore dello stesso Comune assolvendo per tre mandati le funzioni di Assessore e per due a quella di Presidente del Consiglio comunale. Dirigente e socio di associazioni culturali, sociali e sportive presenti in città e nel comprensorio. Promotore di iniziative a scopo benefico. E' impegnato a valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico di Forlì e della Romagna. A tale scopo dal 1995 ha organizzato una media di oltre 80 appuntamenti annuali, promuovendo anche interventi di recupero del patrimonio architettonico di alcuni edifici importanti o delle loro parti di pregio. Autore di saggi e volumi, collabora con settimanali, riviste locali e romagnole. Dirigente dal 1998 di Legacoop di Forlì-Cesena in qualità di Responsabile del Settore Servizi. Nel 1997 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

Forlì decorata con la Medaglia d’argento al valor militare

Forlì dall'alto

Oggi ci saranno le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione anche se quest’anno saranno svolte in piena emergenza dettata dalla diffusione del virus Covid 19. Non mancheranno le iniziative portate avanti attraverso i mezzi della nuova tecnologia per rammentare quanto avvenne nel nostro paese durante il Secondo conflitto mondiale. Lo stesso avverrà a Forlì. Anche chi Forlì decorata con la Medaglia d’argento al valor militare

Il colera del 1855 a Pievequinta fece 49 vittime in meno di due mesi

Mauro Mariani

Sull’ultimo giornalino del Comitato di Quartiere Pievequinta, Caserma e Casemurate (si tratta del 120° numero) lo storico Mauro Mariani ha pubblicato un importante articolo dove evidenzia gli effetti letali dell’epidemia di colera del 1855 nella sola Pievequinta. Lo scritto prende spunto dall’attuale situazione di emergenza sanitaria creata dal diffondersi del virus Covid 19 e si Il colera del 1855 a Pievequinta fece 49 vittime in meno di due mesi

Tonino Spazzoli: il piombo tedesco gli fermò il cuore ma non ne piegò l’anima

Cippo Antonio Spazzoli Tonino Spazzoli

Sulla via Ravegnana, qualche chilometro dopo il centro abitato di Coccolia, sulla destra per chi va verso Ravenna, in una piccola rientranza della sponda del fiume è collocato il cippo che ricorda Antonio Spazzoli (Coccolia di Ravenna 1899-1944), da tutti chiamato Tonino. Non è facile trovare il modo per parcheggiare e vedere da vicino il Tonino Spazzoli: il piombo tedesco gli fermò il cuore ma non ne piegò l’anima

Il 75° anniversario della Liberazione

Liberazione di Forlì

Fra pochi giorni ricorrerà il 75° anniversario della Liberazione. Fu infatti il 25 aprile 1945 che Sandro Pertini proclamò lo sciopero generale e l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Lo fece a Milano, leggendo alla radio questo breve testo: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per Il 75° anniversario della Liberazione

Edo Bertaccini, “Fulmine”, giovane forlivese ucciso dalle SS a Carpi

Bagnolo

La Casa del Popolo e il Circolo Arci di Bagnolo portano il nome di Edo Bertaccini, il giovane partigiano forlivese, nome di battaglia Fulmine, ucciso dalle SS tedesche a Carpi nel 1944. Molte altre realtà associative nate nel dopoguerra portano il nome di antifascisti e partigiani morti nel corso della Resistenza. Su queste realtà è Edo Bertaccini, “Fulmine”, giovane forlivese ucciso dalle SS a Carpi

Distrutto dai tedeschi il Santuario della Boara di Malmissole

Il campanile danneggiato durante la Seconda Guerra mondiale

La storia della distruzione di un “Santuarietto” e della chiesa della Boara di Malmissole si presta come paradigma per denunciare le violenze e le insensatezze delle guerre e in particolare del Secondo conflitto mondiale. Un racconto che ben si inquadra nella riflessione di cosa vuol dire per l’Italia festeggiare la Liberazione il prossimo 25 aprile. Distrutto dai tedeschi il Santuario della Boara di Malmissole

La devastazione dell’ex Distretto Militare di Forlì in una foto inedita del 1944

devastazione ex distretto militare Forlì

Il complesso edilizio, composto dal monastero e dalla chiesa di Santa Maria della Neve, divenne Distretto Militare e caserma “Fulcieri Paulucci di Calboli” in seguito alle soppressione degli ordini religiosi decretate nel 1797 da parte delle truppe napoleoniche. A questa funzione assolveva durante il Secondo conflitto mondiale quando il bombardamento alleato del 19 maggio 1944 La devastazione dell’ex Distretto Militare di Forlì in una foto inedita del 1944

Albo Sansovini “Dick”: giovane combattente per la libertà. Il Ronco Lido porta il suo nome

Ronco Lido foto di Daniele Arfelli

In attesa del 25 aprile, festa della Liberazione, si propone oggi una riflessione sull’importanza della salvaguardia della natura. Lo si fa a partire dall’intitolazione del Polisportivo del Ronco ad Albo Sansovini, un giovane combattente per la libertà. Il Ronco Lido Il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) Meandri del Fiume Ronco inizia dal Ronco Lido, a Albo Sansovini “Dick”: giovane combattente per la libertà. Il Ronco Lido porta il suo nome

L’accanimento dei tedeschi contro Palazzo Savorelli Prati

Palazzo Savorelli Prati Forlì

Questo sarà il ricordo dell’accanimento dei tedeschi contro Palazzo Savorelli Prati. Quest’anno, inoltre, sarà un 25 aprile insolito, con tutte le manifestazioni soppresse a causa del proliferare del virus Covid19. Non per questo non va ricordata la data della Liberazione dall’occupazione tedesca. Lo farò ricordando episodi che hanno segnato i mesi precedenti. Da ognuno si L’accanimento dei tedeschi contro Palazzo Savorelli Prati

Il bosco, anzi la selva di Ladino, oggi

bosco-della-Cava-foto-di-Paolo-Ambrosini

A breve distanza dalla Pieve di Ladino troviamo un antico bosco, che tutti i forlivesi chiamano “la selva di Ladino”, con un chiaro rimando alla fisionomia di un tempo della zona caratterizzata da una vasta estensione boschiva molto fitta e intricata. Nel terzo volume dedicato da Pietro Zangheri alla “Romagna Fitogeografia”, sono riportate ampie informazioni Il bosco, anzi la selva di Ladino, oggi

Pasqua, Pasquetta e coronavirus: lo sconvolgimento completo delle tradizioni

Radames Garoia e Nivalda Raffoni

Per le rigide e necessarie misure imposte per il contenimento del contagio da coronavirus, la Pasqua del 2020 sarà ricordata come la Pasqua in quarantena, impossibile da trascorrere in compagnia di amici e parenti. Natale e Pasqua scandiscono i ritmi dell’anno con i loro rituali e il loro folklore. Le due feste più sentite dell’anno celebrano Pasqua, Pasquetta e coronavirus: lo sconvolgimento completo delle tradizioni

La Pieve di Polenta: sostenuta da Aurelio Saffi e amata da Giosuè Carducci

chiesa di Polenta Bertinoro

Com’è già stato accennato nei precedenti articoli dedicati alla località di Polenta ciò che attira maggiormente la curiosità e l’interesse del visitatore è l’antica pieve dedicata a S. Donato. Essa è di molto anteriore al vicino castello e si vuole risalga all’ottavo secolo. In un documento dell’anno 911, rintracciato da don Girolamo Zattoni archivista dell’Arcivescovado La Pieve di Polenta: sostenuta da Aurelio Saffi e amata da Giosuè Carducci

Quel che resta del castello di Polenta

castello di Polenta dal libro "Bertinoro Notizie Storiche"

Dopo aver dedicato attenzione a Polenta, località che merita una visita al termine dell’emergenza coronavirus, ecco alcune informazioni sulla storia del castello si ergeva poco distante dalla pieve e di quanto rimane della fortificazione (foto tratta dal libro “Bertinoro Notizie Storiche” ed. 1938). Tutti elementi che, uniti a quanto già detto e a quanto verrà raccontato Quel che resta del castello di Polenta

La colonna degli anelli di Bertinoro

Bertinoro colonna ospitalità e torre

Dopo Terra del Sole, cittadella medicea di fondazione, un altro paese, quello di Bertinoro, merita la nostra attenzione. Non appena sarà cessato l’allarme per la pandemia causato dal diffondersi del virus Covid 19 e la situazione di emergenza che stiamo vivendo con angoscia quotidiana, consiglio di prendersi un po’ di tempo per salire fino al La colonna degli anelli di Bertinoro

Il gioco del pallone con bracciale fu esaltato da Leopardi e da De Amicis

palla bracciale

Dopo i due precedenti testi sul “Gioco del pallone con bracciale”, come giustamente va chiamato, e sulla demolizione dello sferisterio di Forlì mi sono pervenute richieste di ulteriori informazioni su questo sport: come si giocava? Che seguito ha avuto? Dove trovare documentazione? Per rispondere mi è venuto in aiuto uno scritto di Enrico Docci di Il gioco del pallone con bracciale fu esaltato da Leopardi e da De Amicis

San Giuseppe: le tradizioni devono resistere nella memoria

Radames Garoia e Nivalda Raffoni

Quest’anno la Festa del papà (19 marzo) è passata in sordina dal punto di vista commerciale e consumistico. Così come non è stato ricordato, salvo qualche eccezione e non poteva essere altrimenti, l’anniversario di San Giuseppe (San Jusêf), falegname e padre putativo di Gesù, una ricorrenza alla quale in Romagna si legavano tante usanze, credenze San Giuseppe: le tradizioni devono resistere nella memoria